Taranto, cittadini in protesta: “No al dissalatore, giù le mani dal fiume Tara”
Taranto, cittadini in protesta: “No al dissalatore, giù le mani dal fiume Tara”

Una denuncia formale è stata presentata alla Commissione Europea contro il progetto di realizzazione di un dissalatore in corrispondenza delle sorgenti del fiume Tara, a Taranto. A presentarla è stato il Comitato per la Difesa del Territorio Ionico, che contesta la compatibilità ambientale dell’intervento e segnala gravi violazioni di normative comunitarie.

Secondo il dossier allegato alla denuncia, il progetto violerebbe almeno sei tra direttive e regolamenti europei: la Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE), le Direttive Habitat (92/43/CEE) e Uccelli (2009/147/CE), la Direttiva VIA (2011/92/UE e 2014/52/UE), il Regolamento Tassonomia (UE 2020/852), il principio DNSH (Do No Significant Harm), il principio di precauzione (art. 191 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea), e infine il Regolamento UE sul Ripristino della Natura.

Alla luce di queste presunte irregolarità, il Comitato ha chiesto all’Europa di verificare la conformità del progetto alle normative ambientali e, se necessario, sospendere l’erogazione dei fondi PNRR ad esso destinati.

“Il fiume Tara non si tocca”, ribadiscono i rappresentanti del Comitato, secondo cui le sorgenti rappresentano una risorsa naturale preziosa e insostituibile. L’iniziativa di dissalazione, definita “costosa, energivora e mal progettata”, viene considerata incompatibile con ogni visione di sviluppo sostenibile.

Nella nota diffusa, il Comitato sottolinea come la difesa ambientale non possa essere affidata solo a un’azione tecnica o a un procedimento formale, ma debba diventare un impegno condiviso: “Il territorio siamo noi. Solo uniti, informati e presenti possiamo fermare chi lo consuma e costruire scelte diverse, giuste e sostenibili”.

L’attenzione ora si sposta su Bruxelles, chiamata a valutare la fondatezza delle accuse e l’eventuale sospensione del finanziamento europeo.