Taranto: Nel bosco addormentato, domenica 20 novembre all’Auditorium TaTÀ

Una storia senza tempo nella straordinaria versione della Bottega degli Apocrifi per ‘favole&TAmburi’

Foto Studio 2
Cultura, musica e spettacolo
18.11.2022 00:59

La fata sbadata racconta. Per il cartellone "favole&TAmburi", rassegna di teatro ragazzi, in scena “Nel bosco addormentato”, drammaturgia Stefania Marrone e Cosimo Severo, regia Cosimo Severo, con Bakary Diaby, Miriam Fieno, Raffaella Giancipoli, Matteo Miucci, Fabio Trimigno, musiche originali Fabio Trimigno, Luca Lalla, Vincenzo Raddato, scene e costumi Iole Cilento e Porziana Catalano, disegno Luci Giuseppe De Luca, vincitore premio Eolo 2011 come migliore novità, premio Rosa d’oro 2010 e premio L’Uccellino azzurro 2011, produzione Bottega degli Apocrifi. Durata 55’.

In una notte di luna piena la regina di un reame fantastico esprime il desiderio di avere una figlia. Aiutata dalla fata bianca, bellissima ma senza cuore, la regina ottiene che il suo sogno si avveri, ma ad una condizione a lei ignota: “quando la principessa compirà 16 anni si pungerà con un ago da cucito e morirà”. Una fata buona, sconvolta da questa terribile sentenza, riesce ad attenuare il maleficio, ottenendo che la fanciulla si addormenti per cento anni in attesa che un principe innamorato la risvegli.

Nonostante siano state rappresentate innumerevoli versioni della fiaba “La bella addormentata”, intriso di valori sociali attuali, lo spettacolo della Bottega degli Apocrifi ha la straordinaria capacità di sorprendere lo spettatore sfruttando fantasiose trovate che mirano a sovvertire i canoni classici della caratterizzazione dei personaggi: la fata cattiva è bellissima e chiamata “fata bianca”; la luna è nera ed ironica; le due fate madrine hanno modi rudi; il folletto forzuto si commuove davanti a un bacio; il clown triste che tenta di rubare con un secchio i raggi della luna; il principe azzurro ha la pelle nera...

«Liberamente ispirato a Charles Perrault, ai fratelli Grimm, a Tahar Ben Jelloun, a Giambattista Basile, a Italo Calvino e a tutti coloro che un giorno nel bosco hanno incontrato la Bella Addormentata e ce l’hanno raccontato»: il sottotitolo dello spettacolo nato nel 2010 e riallestito in occasione del suo decennale. “La bella addormentata nel bosco”, detta anche più semplicemente “La bella addormentata”, è una delle fiabe tradizionali più famose in tutta Europa grazie alle molteplici varianti di cui oggi siamo in possesso. Viene ricordata soprattutto per la versione di Charles Perrault, pubblicata ne “I racconti di mamma oca” (1697), e per quella dei Fratelli Grimm in cui la principessa è chiamata Rosaspina - proprio per i rovi in cui è avvolta - da cui nacque l’adattamento realizzato dalla Disney nel 1959. Anche Italo Calvino nelle sue “Fiabe Italiane” (1956) cataloga molte versioni del tema, tra cui “La bella addormentata ed i suoi figli” testo di tradizione calabrese, molto simile a “Sole, Luna e Talia” di Giambattista Basile (1636, raccolta “Lo cunto de li cunti”) dal quale lo stesso Perrault sembra aver tratto spunto. Tahar Ben Jelloun ha scritto la celebre fiaba per parlare di razzismo ai bambini. Nel 2003, Tahar Ben Jelloun, scrittore marocchino di religione islamica, ha riscritto la celebre fiaba per parlare di razzismo ai bambini. (Comunicato stampa)

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