Il Tribunale di Milano ha rinviato al 9 ottobre 2025 l’udienza sull’azione inibitoria presentata da dieci aderenti all’associazione Genitori tarantini e da un minore affetto da una rara mutazione genetica contro l’ex Ilva. I giudici della sezione specializzata in materia di imprese, presieduti da Angelo Mambriani, hanno sollecitato il deposito di documentazione mancante, ritenuta indispensabile per la valutazione del caso.

In particolare, il Tribunale ha rilevato che il rilascio della nuova Autorizzazione integrata ambientale (AIA) costituisce un evento sopravvenuto che deve essere considerato ai fini della decisione. Tuttavia, non risultano ancora agli atti il parere istruttorio conclusivo (Pic) reso dalla Commissione istruttoria AIA-Ippc l’11 giugno 2025 e il piano di monitoraggio e controllo (Pmc) predisposto da Ispra il 20 giugno 2025.

Gli avvocati Maurizio Rizzo Striano e Ascanio Amenduni, legali dei ricorrenti, hanno chiesto tra le altre cose la cessazione delle attività dell’area a caldo dello stabilimento. Il procedimento era ripreso nell’ottobre 2024, dopo che la Corte di Giustizia europea aveva stabilito che, in presenza di “pericoli gravi per l’ambiente e la salute umana”, le attività dell’ex Ilva “devono essere sospese”.

Il decreto del Tribunale assegna alle parti il termine fino al 30 settembre per il deposito di memorie e documenti. Tra i temi indicati dai giudici, la considerazione della Valutazione di danno sanitario e della Valutazione di impatto sanitario nel procedimento di rilascio dell’AIA, la conformità alle più recenti BAT (Best available techniques), le tempistiche di attuazione delle prescrizioni, le misure nei giorni di wind day e il rapporto tra AIA e Accordo di Programma per la decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto.

L’azione inibitoria è stata presentata contro Ilva spa in As, Acciaierie d’Italia Holding in As e Acciaierie d’Italia in As. La decisione definitiva è quindi rinviata, in attesa che vengano acquisiti tutti gli elementi richiesti dal Tribunale