Acciaierie d’Italia
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“Su richiesta del Comune di Taranto, della Provincia di Taranto e di altri enti locali, abbiamo concesso ulteriore tempo all’amministrazione comunale dopo le dimissioni e il successivo ritiro da parte del sindaco”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso durante una visita istituzionale al porto di Gioia Tauro, insieme al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.

Il ministro ha reso noto che la riunione decisiva per l’accordo di programma interistituzionale, che contiene il piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva, è stata fissata per il 12 agosto. “Abbiamo concordato che il Comune, una volta rientrato formalmente in carica il sindaco, potrà convocare la seduta con all’ordine del giorno l’accordo già presentato e discusso in Parlamento in sede di conversione del decreto legge”, ha spiegato Urso sottolineando che “il tempo è molto stretto”.

Per accelerare i lavori, da domani (martedì 5 agosto) sarà attivo un comitato tecnico composto da rappresentanti locali, funzionari regionali, Snam, l’Autorità portuale, l’Autorità della Zes unica e tecnici dei ministeri competenti. “Questo comitato dovrà operare in sintonia con il Consiglio comunale di Taranto e concludere le valutazioni entro due settimane, periodo ridotto anche a causa delle ferie estive” ha aggiunto il ministro.

Durante l’incontro, Urso ha illustrato nel dettaglio il piano di investimenti per la riconversione green del polo siderurgico. “In piena trasparenza lo abbiamo condiviso con i sindacati, Palazzo Chigi e gli enti territoriali interessati, come la Regione Puglia e i comuni dell’area siderurgica”.

Il progetto: decarbonizzazione in 8 anni, subito via un altoforno. 2.500 occupati per la transizione siderurgica

Il progetto prevede la realizzazione di quattro impianti Dri in un arco temporale di otto anni, per un investimento totale tra 6 e 7 miliardi di euro, con almeno 2.500 occupati già nella fase di realizzazione. I primi due impianti, ha spiegato Urso, dovranno essere costruiti nei prossimi quattro anni, in parallelo allo spegnimento del primo altoforno e alla realizzazione dei primi due forni elettrici, uno dei quali a Taranto e l’altro a Genova o in altro sito idoneo.

Negli anni successivi è prevista la costruzione del terzo Dri a Taranto, con lo spegnimento del secondo altoforno e l’attivazione del secondo forno elettrico, fino al completamento del quarto Dri nel corso dell’ottavo anno. “A regime, l’intero complesso siderurgico sarà decarbonizzato e potremo vantare il polo siderurgico green più importante d’Europa, forse del mondo” ha affermato Urso.

Nel caso in cui Taranto dovesse rinunciare, ha specificato il ministro, l’area di Gioia Tauro rappresenterebbe una possibile alternativa concreta. “Ma ciascun territorio è libero di scegliere ciò che ritiene più opportuno. Il nostro dovere è prepararci a ogni scenario possibile”, ha concluso Urso.