Taranto: Bitetti, ‘L’Italia ha bisogno di una proposta politica incisiva’

Piero Bitetti
Politica
08.05.2023 19:05

L’esito delle elezioni politiche dello scorso anno è stato chiaro: il centrodestra, presentatosi unito agli elettori e forte di una condivisa proposta di governo, ora guida legittimamente il Paese.

All’opposizione registriamo, com’è noto, la presenza di tre principali forze politiche: il Partito Democratico, che ha da poco inaugurato il nuovo corso con la segretaria Elly Schlein, il Movimento Cinque Stelle e il cosiddetto Terzo polo, quest’ultimo alle prese con una spaccatura che ha visto protagonisti Matteo Renzi e Carlo Calenda. Ci sono poi altri partiti di tutto rispetto. ma di minor peso elettorale in qualche modo riconducibili, soprattutto in termini di alleanze, allo schema appena descritto.

Il quadro politico sembra così ben definito, eppure da destra a sinistra, in maniera trasversale, si fa largo puntualmente la discussione sul riformismo.È interessante approfondire il perché di un simile dibattito visto che, numeri alla mano, è spesso la polarizzazione dello scontro elettorale a portare voti e dunque consenso.

Dovrebbe perciò essere, quella del riformismo, una questione secondaria, ma stranamente è sempre all’ordine del giorno. Il riformismo, provando ad abbozzare una definizione, è soprattutto una pratica di governo, una visione delle cose che tiene conto delle opzioni in campo in vista della soluzione di un problema, è l’atteggiamento pragmatico di chi sa che la società si cambia gradualmente e senza strappi, è l’approccio di chi si affida al principio di realtà e non intende prendere in giro i cittadini. Questo non significa non avere coraggio, anzi. Di coraggio, in Italia, ne occorre tantissimo per sfidare qualunquisti e populisti. Perché la differenza è che con una politica riformista ci sono maggiori possibilità di fare passi avanti, con la demagogia si fanno sicuramente passi indietro.

Alcuni esempi? La politica dell’immigrazione, la transizione ecologica. A prevalere non è quasi mai il merito ma l’esigenza di soddisfare i propri elettori, trattati alla stregua di tifosi. Si discute per slogan, radicalizzando il dibattito ma lasciando irrisolti i problemi.

Per queste ragioni, osservo con molto interesse i tentativi in atto per dare al riformismo italiano una spinta ulteriore e per costruire, se così possiamo dire, la casa dei riformisti. Non tanto per occupare, come spesso si dice, un vuoto politico – i vuoti, in politica, non esistono - quanto per offrire all’Italia un’alternativa credibile in termini di proposta politica e di visione strategica di medio e lungo periodo.

Abbiamo bisogno di un soggetto politico che valorizzi le competenze, che sappia parlare ai giovani offrendo loro una prospettiva soddisfacente di realizzazione personale, che consideri il Sud come un’opportunità e non come un mero bacino elettorale, che esalti il talento di chi sa intraprendere e difenda i più deboli non con l’assistenza perpetua ma organizzando corsi di formazione mirati nell’ottica del reinserimento nel mondo del lavoro, che guardi alle diverse articolazioni della società non per chiamarle in causa solo al momento del voto ma coinvolgendole sempre e in modo sistematico.

Si parla di un nuovo Centro, ma anche, come già richiamato, di un Terzo polo quale forza liberaldemocratica e popolare in grado di misurarsi con le prossime sfide elettorali, a partire dalle Europee del prossimo anno, con maggiore compattezza e rinnovate ambizioni. Staremo a vedere.

Quel che mi sembra però evidente, alla luce di queste brevi considerazioni, è che il nostro Paese abbia bisogno di un altro orizzonte politico, cioè di una diversa e più incisiva proposta politica per non rimanere schiacciato nella morsa degli opposti estremismi. Il rischio che ciò accada è concreto, occorre fare il possibile per scongiurare questa possibile deriva. (Piero Bitetti, presidente del Consiglio Comunale)

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