Taranto, chiesto tavolo con prefetto contro ipotesi della nave FSRU

A Taranto, la preoccupazione per l’ipotesi dell’installazione di una nave rigassificatrice (FSRU) nel porto ha spinto numerose associazioni e comitati civici a scrivere una lettera al prefetto, chiedendo la convocazione urgente di un tavolo interistituzionale. L’obiettivo è discutere pubblicamente i potenziali rischi connessi alla realizzazione del progetto, già al centro di ampie perplessità tra la popolazione.
“La città ionica ospita attualmente due degli impianti industriali più imponenti e critici d’Italia, l’ex Ilva e la Raffineria ENI, entrambi classificati come siti a rischio di incidente rilevante secondo la Direttiva Seveso III - si legge nella nota delle associazioni -. L’introduzione di una FSRU - che comporterebbe traffico metaniero, operazioni di rigassificazione e stoccaggio di GNL - amplificherebbe un possibile effetto domino in un’area già fortemente esposta a rischi ambientali e industriali”.
La delegazione di cittadini ricorda anche l’incendio avvenuto recentemente all’altoforno AFO1, considerato un campanello d’allarme sulle carenze dei sistemi di prevenzione e risposta alle emergenze. “Non siamo un’area industriale disabitata. Qui vivono famiglie, bambini e lavoratori”, si legge.
Tra le principali criticità evidenziate figurano la carenza di trasparenza verso i cittadini, la mancanza di esercitazioni di evacuazione come previsto dalla normativa vigente, la scarsa integrazione del rischio FSRU nei piani di emergenza esterni e la totale assenza del principio di precauzione, nonostante le recenti dichiarazioni del ministro Adolfo Urso, che ha legato il processo di decarbonizzazione dell’ex Ilva alla presenza della nave rigassificatrice.
“Un incidente non è un’ipotesi remota, ma un rischio concreto che cresce ogni giorno con l’inerzia delle istituzioni”, affermano i promotori chiedendo la presenza al tavolo di confronto del presidente della Regione Puglia, del sindaco di Taranto, del presidente della Provincia, del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, oltre a una rappresentanza civica.
A firmare l’iniziativa sono decine di associazioni locali, unite nella richiesta di garanzie sulla sicurezza e trasparenza dei processi decisionali, rivendicando il diritto a una vita dignitosa in un territorio già gravato da una lunga storia di emergenze ambientali e sanitarie.