Adolfo Urso
Adolfo Urso

Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha ribadito l’importanza strategica del rilancio della siderurgia a Taranto aprendo i lavori del Tavolo Mimit, che ha riunito rappresentanti istituzionali, aziende e associazioni d’impresa.

“Il rilancio dell’acciaio tarantino, in un’ottica di piena decarbonizzazione, è una priorità nazionale. Non arretriamo”, ha dichiarato Urso, evidenziando l’ambizione di fare del capoluogo ionico un riferimento europeo per la produzione di acciaio green. Il ministro ha indicato la riqualificazione dell’area portuale come snodo centrale per nuove direttrici di sviluppo economico, sottolineando: “Taranto può essere il motore di una nuova rivoluzione industriale italiana”.

Durante l’incontro, è stata confermata la prosecuzione delle trattative con Baku per la gestione dello stabilimento ex Ilva, ma Urso ha chiarito che sarà necessario un nuovo piano industriale coerente con le mutate condizioni produttive. Contestualmente, sono stati annunciati tavoli di confronto con imprese dell’indotto e rappresentanze sindacali per affrontare le conseguenze occupazionali del calo produttivo: “Con metà produzione, c’è metà occupazione per un lungo periodo transitorio”, ha ammesso.

Il ministro ha poi presentato i dati emersi dalle attività di monitoraggio: “A Taranto abbiamo censito 15 progetti industriali con un potenziale di oltre 5.000 nuovi occupati”. Le iniziative riguardano diversi settori: cantieristica, meccanica, nautica, eolico offshore, logistica avanzata, aerospazio, oltre alla stessa siderurgia. Tra le realtà coinvolte figurano Fincantieri, Webuild Group, Toto Holding-Renexia, Cantieri di Puglia, Mermec, Igenius, Confapi e Confagricoltura.

Urso ha citato anche i casi di Piombino e Terni, dove si stanno concludendo Accordi di Programma per la riconversione industriale con Metinvest-Danieli e Jindal, indicando questi processi come esempi virtuosi da replicare: “Anche a Taranto possiamo riuscirci”. Il governo ha già presentato il piano di decarbonizzazione alla base del nuovo progetto da condividere con la controparte azera.

Particolare attenzione è stata riservata al ruolo del Tecnopolo del Mediterraneo, recentemente inaugurato proprio a Taranto, che fungerà da centro per la ricerca applicata in ambiti quali energia pulita, economia circolare e decarbonizzazione.

“È possibile coniugare ambiente e industria, salute e lavoro. Vogliamo un modello produttivo sostenibile e inclusivo, capace di rigenerare socialmente ed economicamente un territorio strategico come quello tarantino”, ha concluso il ministro.