A Pulsano, negli spazi del MAP – Museo Archeologico di Pulsano ospitato al primo piano dell’ex Convento dei Padri Riformati, è in programma un percorso espositivo che intreccia arte, tecnologia e valorizzazione del patrimonio.

Nell’ambito del cartellone invernale 2025-2026 dedicato agli eventi natalizi, la cooperativa Museion, ente gestore dei servizi culturali e museali del MAP, in collaborazione con il maestro Massimo Greco, l’associazione culturale I.T.A.C.A. e l’associazione La casa dei sogni, propone il concept “Artworks to surprise”. Il progetto, ideato da Greco, viene presentato come un modello di turismo inclusivo e immersivo, pensato per mettere in luce le peculiarità del museo e del complesso conventuale che lo ospita, con un’attenzione particolare al potenziamento dell’offerta culturale e turistica. Il periodo di apertura va dal 6 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026.

Il cuore dell’iniziativa è la rassegna “L’arte tra stupore e forza del messaggio”, un’esposizione tematica in cui l’intelligenza artificiale viene chiamata a raccontare l’arte da un punto di vista inedito, soffermandosi su dettagli spesso trascurati nelle opere e nei linguaggi artistici. Il percorso si sviluppa all’interno dell’ex convento, attraversando le sale del museo archeologico, la galleria della sala convegni – l’antico refettorio – e concludendosi nel colonnato del chiostro, dove saranno allestite installazioni espositive. La rassegna rientra tra le attività a supporto dei servizi culturali del MAP.

“Artworks to surprise” è una collezione itinerante di opere realizzate con diverse tecniche, già presentata in numerosi contesti di rilievo: tra le sedi che l’hanno ospitata figurano l’Ex Circus di Roma in Piazza Navona, il Palazzo Comunale di Velletri per la Biennale, il palazzo comunale di Castel Gandolfo, l’Antico Lavatoio di Guidonia Montecelio, la Fortezza Orsini di Sorano e il Castello Aldobrandesco di Arcidosso in provincia di Grosseto, il Castello Ruspoli di Cerveteri, il Castello Svevo di Termoli in Molise, Villa Cuturi a Marina di Massa, il Centro Aldo Moro di San Salvo in Abruzzo. In Puglia il percorso ha preso avvio da Palazzo Stola e dal suo ipogeo a Taranto, per poi proseguire al Castello Muscettola di Leporano e raggiungere l’ex Convento dei Padri Riformati di Pulsano.

La proposta non si limita a pittura, grafica e scultura, ma include anche video documenti pensati per sorprendere il pubblico e postazioni con effetti olografici. Le installazioni olografiche vengono adattate di volta in volta al territorio che ospita il progetto, con contenuti specificamente dedicati, come avverrà per Pulsano. Una sezione del percorso è dedicata alle opere di Carmela Mercinelli, originaria di Taranto, ex insegnante e madre di Massimo Greco. I suoi lavori raccontano un’evoluzione stilistica che va dal figurativo classico degli anni Sessanta del Novecento a un linguaggio definito “espressionismo vorticoso”, caratterizzato da maggiore energia e intensità cromatica.

Le opere esposte sono accompagnate da informazioni accessibili tramite QR code e contenuti multimediali, anche in lingua inglese, con l’obiettivo di favorire un coinvolgimento diretto del visitatore. Il percorso di Massimo Greco si distingue per l’integrazione tra arte e tecnologia, con eventi accompagnati da proiezioni a effetto olografico su reperti antichi originari dell’area tarantina e oggi dispersi in vari luoghi del mondo a partire dalla Seconda guerra mondiale. In altre proiezioni, in loop, un’intelligenza artificiale “commenta l’arte” e ne sottolinea aspetti poco noti, facendo riferimento anche alle testimonianze di Peggy Guggenheim.

La componente multimediale comprende inoltre dipinti interattivi: attraverso un puntatore QR-code, il pubblico può accedere a versioni digitali elaborate dall’artista, come nel caso dell’opera dedicata a Benedetta Pilato, definita “Il quadro che parla”. L’intento è quello di stupire e, al tempo stesso, proporre un’esperienza di visita che metta al centro partecipazione e curiosità.

Un elemento centrale del progetto è il dialogo tra arte contemporanea e patrimonio archeologico del MAP. Nelle sale dell’ex convento capita spesso che i reperti archeologici siano affiancati da opere d’arte moderna e contemporanea, in una relazione che vuole essere dinamica e non meramente decorativa. I concept curati da Museion partono dall’idea che il contemporaneo, inserito in un contesto antico, possa offrire nuove chiavi di lettura ai visitatori. Le opere preistoriche, greche e romane vengono accostate a lavori recenti con l’intento di riflettere sul tema della “ferita” come archetipo della storia occidentale, secondo una prospettiva che privilegia l’analisi antropologica oltre a quella artistica.

Il percorso espositivo propone così un accostamento tra opere antiche e contemporanee per stimolare una riflessione sul senso dell’esistenza e sulle esperienze condivise tra epoche diverse. L’obiettivo non è semplicemente creare un contrasto tra vecchio e nuovo, ma immaginare spazi in grado di ospitare l’arte contemporanea in forme sempre diverse, valorizzando le caratteristiche architettoniche dei luoghi. Gli ambienti un tempo destinati alla vita conventuale e alla preghiera sono stati trasformati nel tempo in sale espositive, laboratori creativi e spazi multimediali. Il museo archeologico è divenuto un polo dedicato alla cultura locale e alla ricerca, aperto alla comunità e orientato alla divulgazione del patrimonio del territorio.

Il progetto sottolinea come, nella contemporaneità, i musei non possano più limitarsi alla sola funzione conservativa. Le trasformazioni sociali e culturali, insieme allo sviluppo dell’arte dopo le avanguardie, hanno ridefinito il ruolo delle istituzioni museali, chiamate oggi a essere luoghi di conoscenza, confronto e formazione di una consapevolezza critica dell’immagine. Proposte chiare e strutturate, si osserva, permettono a ciascuno di sviluppare un proprio gusto e di distinguere tra le molteplici espressioni artistiche quelle sostenute da un percorso tecnico e concettuale solido.

In questo quadro, l’uso esclusivo di supporti testuali tradizionali viene ritenuto insufficiente per dialogare con le nuove generazioni. Un museo che si apre a linguaggi innovativi, capace di diventare “casa accogliente” per il visitatore e non semplice luogo di conservazione, può trasformarsi in uno spazio dell’immaginario e della riscoperta.

Tra le punte di diamante del percorso all’interno del museo viene segnalata l’installazione digitale in 3D di Massimo Greco “Luci dalla realtà aumentata”, basata su una tecnologia diversa dalla proiezione olografica tradizionale. L’installazione presenta una selezione di oggetti tridimensionali a tema archeologico, realizzati con varie tecniche – inclusa la scansione laser – e provenienti da un corpus di musei virtuali sviluppati tra il 2003 e il 2020 e utilizzati in contesti didattici, dalle scuole elementari di Torino a quelle di San Salvo. Il dispositivo è composto da un’elica collegata a un processore che elabora le immagini e le trasmette a una struttura di LED, generando un effetto visivo sospeso che rende la fruizione dei reperti particolarmente impattante.

Il percorso comprende anche la scultura “Persephone di Mykines”, modellata con argille raccolte nei pressi di Micene in Grecia. L’opera è protagonista di un videoclip con animazioni e musiche realizzate tramite piattaforme di intelligenza artificiale, in cui Persephone, in una prima versione in lingua inglese, “prende voce” per denunciare il disastro climatico. Il riferimento richiama i reperti proto-micei esposti al MAP, rinvenuti nell’insediamento protostorico di Torre Castelluccia in località Lido Silvana.

La figura del maestro Massimo Greco occupa un ruolo centrale nell’intero progetto. Nato a Taranto, ha vissuto a lungo a Torino e successivamente in Abruzzo. Ha frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia Albertina (indirizzo Scenografia) nel capoluogo piemontese, coltivando parallelamente la passione per l’insegnamento nella scuola primaria. Accanto alla produzione pittorica, Greco si dedica da anni alla creazione di musei virtuali rivolti ai suoi alunni, utilizzando metodologie legate al gaming per avvicinare i più giovani all’arte in modo partecipativo e, quando possibile, anche ludico.

Il programma del mese prevede inoltre una serie di eventi satellite collegati al percorso espositivo. Museion organizzerà visite guidate immersive del complesso conventuale, in cui i reperti del museo verranno messi in relazione con le opere di Greco. Il percorso Artworks – Massimo Greco si svilupperà tra museo, galleria – ex refettorio – e chiostro dal 6 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026.

È prevista anche una live experience design a cura di Francesco Stola, con realizzazioni dal vivo di opere ispirate al convento e ai reperti archeologici, in programma il 6 dicembre, il 20 e 21 dicembre e il 6 gennaio nella galleria dell’ex refettorio.

Un altro appuntamento annunciato è “Tele viventi”, in collaborazione con la Scuola Professionale di Estetica CEAS Academy: performance di body painting in cui alcune allieve riprodurranno dal vivo opere della mostra e reperti del museo sulle schiene nude delle modelle, avvolte da drappi bianchi e rossi. A posare saranno le atlete della sezione femminile dell’Amatori Volley Pulsano. Al termine di ogni sessione di body painting è prevista una sfilata o esposizione delle tele viventi nella galleria dell’ex refettorio, con modelli e modelle adornati da riproduzioni di monili magno-greci e panneggi porpora e bianchi a richiamare la superficie pittorica.

Tutte le attività si inseriscono nel più ampio percorso di trasformazione del Museo Archeologico di Pulsano in un luogo di sperimentazione culturale, in dialogo costante con la comunità e attento a coniugare memoria, conoscenza e innovazione.