Annagrazia Angolano
Annagrazia Angolano

“Accordo di Programma? Grazie ma no grazie. È l’AIA che va impugnata”. Con queste parole, Annagrazia Angolano, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle al Comune di Taranto, boccia la proposta contenuta nel documento sottoscritto dalla maggioranza di Governo per affrontare la questione ambientale e industriale dell’ex Ilva.

Per l’esponente pentastellata, l’Accordo di Programma non offre certezze su salute, ambiente e occupazione: “È una scatola vuota, priva di garanzie concrete. Continuare a produrre con i combustibili fossili non protegge salute e lavoro, anzi aggrava i costi sanitari e peggiora le condizioni dei lavoratori, come dimostrano i dati INAIL sulle patologie oncologiche”, ha dichiarato Angolano che denuncia l’assenza di riferimenti puntuali su emissioni di CO2, localizzazione dei forni e su risorse necessarie e tempistiche del progetto giudicando l’intero impianto del piano “fumoso e privo di visione”.

Per la consigliera del M5S, la priorità resta la chiusura definitiva delle fonti inquinanti e l’avvio delle bonifiche, accompagnate da percorsi di formazione e reinserimento per i lavoratori attraverso progetti già tracciati con il Cantiere Taranto, che includevano anche lo sviluppo della cantieristica navale con Fincantieri, il rilancio dell’Arsenale militare e l’indotto connesso.

Secondo Angolano, “l’Accordo di Programma non ha valore vincolante e rischia di essere solo propaganda”. L’unica strada concreta per salvare il territorio sarebbe, invece, l’impugnazione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, considerata la “vera condanna a morte per i tarantini”.

Da qui l’appello rivolto agli enti locali: “Si abbandonino gli accordi di facciata e si scelga la via del ricorso al TAR, condividendo la stesura con la comunità e valorizzando le competenze presenti sul territorio”.