I tifosi del Taranto non hanno il diritto di disperarsi

La Cozzetta dello Sport: ‘Il sorriso è la nostra difesa’

TARANTO
10.03.2022 17:40

(di Carmine Caputo) Primo pomeriggio, ho un impegno per cui lascio prima l’ufficio. Noi-vogliamo-questa-vittoria! C’è il secondo tempo di Vibonese Taranto, dopo l’intervallo più lungo della storia: è durato oltre venti giorni. È la svolta, forza ragazzi. Ultimamente non si è visto un gran Taranto, ma la Vibonese ha vinto due sole partite, l'ultima il 5 dicembre e ha incassato cinque sconfitte di fila, attacco sterile e difesa ballerina. Solo 16 punti. Ce li mangiamo in un boccone, dai.

Prendo l’autobus e do un’occhiata alla partita nello smartphone. Incredibile cosa riesca a fare la tecnologia di oggi. C’è di nuovo Granata titolare e di nuovo Riccardi sulla destra. Premesse non troppo incoraggianti, ma su, è la Vibonese. Sarà che lo schermo è piccolo, saranno problemi di connessione, ma il Taranto non sembra affatto il dominatore venuto a imporre il suo gioco. C’è di nuovo Santarpia lontano dall’area di rigore, ma conta solo vincere. Mi siedo, ma ho caldo. Tolgo sciarpa e cappello.

Di fronte ci sono una squadra modesta, ma orgogliosa che lotta per la maglia, e una squadra modesta, ma timorosa che non vede l’ora di tornarsene a casa per fare un bel pediluvio. Schemi sbagliati, geometrie non euclidee che producono solo il solito lancio a Saraniti che forse avrebbe potuto procurarci un rigore: nessuna recriminazione, l’avremmo sbagliato comunque. Consueta amnesia sulla fascia destra e gol. L’imponderabile, l’impensabile. Forza ragazzi, reagiamo. Forza Taranto. Macché. Tiki-taka sterile, gambe rigide. Ho visto partite di calcetto di cinquantenni sovrappeso con più grinta. Il capitano Marsili che butta fuori l’ultimo pallone giocabile è la scena impietosa di questa disfatta completa.

Abbiamo perso anche con la Vibonese. E l’abbiamo fatto meritatamente. Ci siamo sciolti come un gelato al sole dimenticato su una panchina, che si riduce a un impiastro appiccicaticcio. Ci manca solo un piccione che ci lasci un ricordino sopra per completare il quadro. Scendo dall’autobus scuotendo il capo. È un attimo. Lo vedo ripartire e allontanarsi. Sopra ci sono la mia sciarpa e il cappello che ho lasciato sul sedile, porca miseria. Forza Taranto...

I tempi sono cupi, non certo per un cappello perso. Allungo lo sguardo verso l’officina in fondo alla strada che non ha più riaperto dopo che il Covid si è portato via quel meccanico simpatico, dai notiziari arrivano notizie di ospedali pediatrici bombardati. Non possiamo disperarci per il Taranto, non ne abbiamo il diritto. E allora visto che siamo la Cozzetta dello sport, vediamo di tirarci su con qualche consiglio per risalire la china nelle ultime giornate. Il sorriso è la nostra migliore difesa.

Chiorra: tra i pali hai istinto e occhio, ma un portiere non gioca solo tra i pali. È meglio uscire su una palla in area e dare l’impressione di non essere pronto, che rimanere fermo e prendere gol togliendo ogni dubbio.

Turi e Tommassini: si può sapere cosa avete combinato? Avete detto al mister che lo trovate ingrassato? Gli avete rigato la macchina parcheggiando? Fate qualcosa per rimediare, forza, impegnatevi di più in allenamento, regalategli una tanica di benzina. Sulla fascia destra siamo così teneri che ci tagliano con un grissino, e voi che fareste il terzino destro di mestiere non giocate mai?

Ferrara: hai i numeri per una carriera prestigiosa in piazze importanti, ma ‘sto vizio di fare un regalo ogni tanto alla squadra avversaria non depone a tuo favore. Per la prossima partita, compra un bel vassoio di paste mignon: due bignè, un babà, qualcuna alla frutta, qualche cannolo. Prima del match le porti nello spogliatoio avversario, così il regalo glielo fai subito e ci togliamo il pensiero.

Di Gennaro: triangolazioni intelligenti, passaggi no-look, verticalizzazioni al volo. No, ma dico, ti sei guardato intorno? Hai visto chi sono i tuoi compagni di squadra? Davvero pensi che possano comprendere certe giocate? Le cose facili facili devi fare. Magari se li chiami per nome o alzi la mano prima di passargli la palla, capiscono meglio che sta arrivando.

Riccardi: sei uno dei migliori centrali che abbiamo visto a Taranto negli ultimi anni, ma come terzino destro ci sono momenti in cui, detta come va detta, su noi tifosi le tue giocate hanno un effetto più lassativo della dolce Euchessina. Diglielo tu a Laterza che preferiresti giocare al centro, magari a te ascolta.

Saraniti: guarda che non è che se fai pure il centrocampista o la mezz'ala ti pagano gli straordinari. Anzi, al contrario, finisce arrivi spompato e non riesci a concretizzare. Che si arrangino dietro, tu devi fare gol. E lascia perdere i compagni di reparto: se mai ti arriva un pallone buono, ti arriva da Ferrara.

Labriola: sei un centrocampista centrale a cui piace incunearsi con la palla al piede per poi servire un compagno che si smarca. Bene. Forse lo facevi nelle giovanili nel Napoli, forse tornerai a farlo in futuro, te lo auguriamo. Per un equivoco in questa squadra ti chiedono di fare l’esterno che corre a coprire in difesa e crossa al centro. Provaci, almeno. Tu dirai: preferirei fare il mio gioco. Anche noi preferiremmo essere tifosi del Real Madrid o del Bayern, ma abbiamo fede rossoblù e nella vita occorre adattarsi ogni tanto.

Versienti: Finta all’interno, scatto in avanti e cross con il piede destro. Finta all’esterno, scatto verso il centro e cross con il piede sinistro. Queste sono le magie che ti chiediamo, che hai fatto così bene l’anno scorso. Non chiediamo colpi al volo, tiri da fuori e men che mai dribbling (non sia mai). Saraniti aspetta un cross da te come un pacco dal corriere che ha tre settimane di ritardo. E fagliela, ‘sta consegna.

Laterza: noi scherziamo e parliamo a vanvera per sdrammatizzare, ma lei mister ci ha portati in serie C e lei difenderà la categoria, ne siamo certi. Il calcio è un gioco semplice dove spesso vince chi ci crede di più. I nostri ragazzi ultimamente sembrano aver paura di perdere la posizione in campo, e così perdono la partita. Li convinca a pensare di meno e giocare di più, solo lei può farlo...

Sempre forza Taranto.

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