Ex Ilva, Europa Verde: “AIA non tutela la salute, Urso fuorviante”

Sul rilascio della nuova AIA per lo stabilimento siderurgico di Taranto si accende lo scontro politico. Dopo le dichiarazioni del ministro Adolfo Urso, secondo cui il Tribunale di Milano avrebbe riconosciuto una “positiva rilevanza” all’autorizzazione, interviene con una dura nota Europa Verde/AVS della provincia ionica.
Rosa D’Amato, commissaria regionale di Europa Verde in Puglia, e Gregorio Mariggiò, co-portavoce provinciale di Taranto, respingono la narrazione del Governo sottolineando che “l’ordinanza del Tribunale non ha certificato l’idoneità dell’AIA, ma al contrario ha evidenziato “gravi carenze”. Mancano agli atti il Parere Istruttorio Conclusivo (PIC) e il Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC), strumenti ritenuti indispensabili per valutare la reale efficacia delle prescrizioni a tutela della salute dei cittadini”.
L’ordinanza ha inoltre fissato al 9 ottobre la ripresa della discussione, imponendo scadenze precise per chiarire nodi centrali come la Valutazione del Danno Sanitario e della VIS, l’adeguamento alle BAT europee, le tempistiche di attuazione delle prescrizioni, la gestione di emissioni e scorie e il coordinamento con l’Accordo di Programma per la decarbonizzazione.
“Altro che rassicurazioni – denunciano D’Amato e Mariggiò –: il Tribunale ha imposto di approfondire questioni decisive. Urso tenta di spacciare per vittoria quella che è ancora una partita sospesa, mentre i cittadini continuano a pagare in termini di salute, ambiente e futuro”.
Secondo i rappresentanti di Europa Verde, la responsabilità istituzionale non consiste nel piegare i pareri di ISS, ARPA, ASL e Comune alle logiche di propaganda, ma nel riconoscere che la nuova AIA “non risolve i nodi strutturali dello stabilimento e non ferma l’impatto devastante dell’area a caldo”.
La posizione del movimento è netta: servono decisioni coraggiose, la chiusura dell’area a caldo e una vera riconversione ecologica, nel rispetto della salute dei cittadini e degli obblighi europei.