Basket/B - Cosenza (Cus): "Mai visto scene del genere in un palazzetto..."

BASKET
Antonio Bargelloni
30.03.2017 18:59

Non è una azione da tifosi di basket. Il grave episodio di violenza accaduto ieri sera a Monteroni di Lecce, nel minuto finale della sfida tra N.P. Monteroni e Cus Jonico, non appartiene al mondo della pallacanestro.

Lo ribasisce Sergio Cosenza, presidente del Cus: “Sono nella pallacanestro da decenni, non mi è mai capitato di assistere a scene del genere nei palazzetti dello sport. Non capisco come si possa utilizzare il pretesto dello sport per accendere rivalità campanilistiche”.

La tensione dello scontro-salvezza (tra le due compagini c'è la lotta ad evitare l'ultima posizione, quella che porta alla retrocessione diretta) non aveva accorso gli animi, né in campo, né sulle tribune. “Il clima tra noi dirigenti è stato di totale cordialità – conferma il numero 1 del sodalizio jonico - così come all'andata. Anche sugli spalti, abbiamo seguito la partita senza alcuna separazione, tutti insieme, i nostri ed i loro tifosi non sono andati al di là degli sfottò verbali. I nostri tifosi più accesi non vanno al di là delle incitazioni verbali. Con me c'era mia moglie, il coach di Brindisi Romeo Sacchetti e sua moglie (il figlio secondogenito di “Meo”, Tommaso, gioca nel Cus, ndr), siamo rimasti tutti allibiti, alla vista di questi teppisti non abbiamo subito capito le loro intenzioni, poi abbiamo capito che erano venuti solo per far male, entrando da una porta ormai aperta per favorire il deflusso del pubblico, la gara stava terminando. Ho saputo soltanto oggi della rivalità tra tifoserie calcistiche di Taranto e Lecce, stavolta si è voluto trovare terreno id scontro durante una partita di basket, ma poteva capitare, secondo me, per una gara di pallavolo o altro sport. Ma la violenza non dovrebbe proprio albergare nello sport”.

Cosenza sa che questo resterà un episodio isolato: “Nella speranza che gli autori del gesto siano tutti assicurati alla giustizia, ribadisco che da noi cose del genere non ne capitano, né c'è il modo di farle capitare, riusciamo a gestire ciò che avviene nel palasport e ciò avviene anche quando giochiamo fuori casa. La pallacanestro è uno sport per famiglie, si va per trascorrere ore serene, anche gli stadi di calcio dovrebbero tornare ad essere un luogo di divertimento”-.

Già. Basterebbe reprimere il fenomeno violenza con grande fermezza. Da parte di dirigenti sportivi, forze dell'ordine, autorità giudiziaria. Come avvenuto nel Regno Unito. Dove la cultura sportiva che nel calcio è riuscita a prevalere.

 

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