Ex Ilva, PD Grottaglie: “Governo spinge per la chiusura, serve intervento”
Il circolo del Partito Democratico di Grottaglie esprime forte preoccupazione per la situazione dell’ex Ilva, ritenendo che le scelte adottate dal Governo stiano conducendo gli impianti verso la chiusura a partire dal 1° gennaio 2026. Secondo il PD, l’indirizzo scelto dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni e dal ministro Adolfo Urso non offre alcuna strategia in grado di garantire continuità produttiva, tutela dei lavoratori e salvaguardia di un sito industriale ritenuto strategico per il Paese.
“La chiusura degli impianti e il blocco delle cokerie rappresenterebbero un esito gravissimo - sottolinea il PD Grottaglie -. Migliaia di lavoratori rischierebbero di ritrovarsi fuori dagli stabilimenti, con la cassa integrazione come unica prospettiva. la crisi dell’ex Ilva è segnata da un indebitamento rilevante, da un crollo produttivo senza precedenti, da conseguenze sanitarie e ambientali rilevanti e dall’urgenza di una bonifica di Taranto ormai non più rinviabile“.
Il PD Grottaglie critica anche la scelta del Governo di convocare separatamente gli stabilimenti del Nord e quelli del Mezzogiorno ai tavoli di confronto, giudicandola una divisione ingiustificata che rischia di indebolire ulteriormente lavoratori e territori.
“Le anticipazioni circolate in queste settimane, che parlano di piani basati su due nuovi forni elettrici, una cassa integrazione estesa e una drastica riduzione della produzione tra 4 e 6 milioni di tonnellate annue sono inadeguate rispetto alle esigenze del sistema siderurgico nazionale - aggiunge il PD di Grottaglie -. La decarbonizzazione può diventare una grande occasione di rilancio se inserita all’interno di un vero progetto industriale, capace di coniugare salute e occupazione”.
Il circolo di Grottaglie chiede pertanto un intervento pubblico immediato, invitando il Governo a “ritirare il piano presentato a metà novembre assumendo la gestione diretta dello stabilimento e avviando una profonda riqualificazione tecnologica accompagnata da una transizione ecologica e sociale adeguata“.
Secondo il PD, “l’Italia non può permettersi di perdere un asset industriale centrale né di lasciare il territorio jonico privo di una prospettiva concreta di sviluppo”, conclude la nota.