Ex Ilva, riunione a oltranza a Roma: Bitetti, “No firme al buio”
Il sindaco di Taranto a Urso: “Passare la palla è piuttosto semplice, ma la città merita un risarcimento vero”

“È piuttosto semplice passare la palla così”, ha commentato Piero Bitetti, sindaco di Taranto, all’arrivo al ministero delle Imprese e del Made in Italy rispondendo alle dichiarazioni rilasciate il giorno precedente dal ministro Adolfo Urso. Il titolare del dicastero ha sostenuto che la scelta principale sul destino del polo siderurgico spetta alla città jonica.
Bitetti ha espresso la necessità di affrontare con serietà il futuro di un territorio che, a suo avviso, “ha già dato molto in termini di sacrifici e merita oggi un risarcimento”. Il primo cittadino ha chiarito che la delegazione tarantina si è presentata a Roma “con estrema serietà e senso di responsabilità” e ha ribadito l’intenzione di valutare attentamente le proposte contenute nell’accordo di programma, senza pregiudiziali: “Non abbiamo mai detto no, ma abbiamo sempre chiesto di approfondire”.
Sul possibile avvio di una nuova gara pubblica per l’ex Ilva, ipotizzata in un articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore, Bitetti ha replicato che “bisognerebbe chiedere direttamente al ministro”. Ha inoltre evidenziato che se tale ipotesi trovasse conferma, significherebbe semplicemente “prendere altro tempo”, con ulteriori ritardi per un territorio che attende soluzioni concrete.
In merito ai dettagli tecnici del piano industriale, il sindaco ha sottolineato l’incongruenza tra quanto trapelato e le reali capacità produttive: “La gara precedente prevedeva due forni elettrici, ma se si parla di 6 milioni di tonnellate annue, è evidente che due forni non bastino. Un solo forno elettrico non può superare le 2 milioni di tonnellate, ne servirebbero almeno tre”. Con questa osservazione, Bitetti ha restituito la questione al Governo chiedendo chiarezza e coerenza tra le dichiarazioni pubbliche e le soluzioni tecniche proposte.
Per il dissalatore "abbiamo anche fatto una proposta che credo che sia facilmente accoglibile" mentre il rigassificatore nel porto "certamente non si può fare". Per quanto riguarda la nave rigassificatrice, "immaginate se quello che è successo a Roma (con l'esplosione di un impianto di carburante, ndr), succede a Taranto - dice il sindaco -. La città ha due siti con un rischio di incidente rilevante molto importante. Proviamo a immaginare se una nave, che può essere la più sicura del mondo, con la tecnologia più avanzata del mondo, si va a mettere vicino a questi impianti, cosa significherebbe per la città di Taranto avere un effetto domino".