Salvatore Mattia
Salvatore Mattia

Una riflessione dura e diretta sullo stato della politica arriva da Salvatore Mattia, segretario regionale di Socialismo XXI Puglia, che mette in evidenza una crisi profonda di partecipazione, credibilità e rapporti con i cittadini. Un quadro critico che, a suo giudizio, ha radici precise: personalismi, mancanza di confronto, regole statutari ignorate e partiti gestiti come proprietà personali.

Secondo Mattia, il rapporto tra eletti ed elettori si è deteriorato al punto da trasformare i partiti in strutture autoreferenziali, dominate da figure che si propongono come leader indiscussi, senza coinvolgere la base e senza rendere conto delle scelte. A questo si aggiunge un’elevata conflittualità interna e un fenomeno sempre più evidente di cambi di schieramento, che ha svuotato le identità politiche tradizionali.

In questo scenario, l’affluenza diventa un indicatore allarmante. A Taranto ha votato appena il 39% degli elettori, un dato in linea con la media nazionale, dove circa il 60% è rimasto a casa. Mattia considera questi numeri un campanello d’allarme che non può essere ignorato.

La sua analisi tocca anche la questione dei sistemi elettorali. L’uso di listini e liste bloccate, affidati alle segreterie nazionali, secondo Mattia riduce la possibilità per i cittadini di scegliere i propri rappresentanti. Ribadisce quindi la necessità di restituire ai territori parlamentari che conoscano realmente problemi e bisogni locali, evitando l’imposizione di candidature esterne.

Un altro tema centrale è la lotta al voto di scambio, che per Mattia deve partire anche da gesti concreti: evitare che i consiglieri influenzino la scelta degli scrutatori e prevedere che i rappresentanti di lista affrontino direttamente i costi legati ai propri incarichi, in un’ottica di maggiore trasparenza.

Per Mattia, la politica deve tornare tra i cittadini, ricostruendo fiducia e coinvolgimento, soprattutto verso le nuove generazioni. Una politica che usa, dimentica o marginalizza, sostiene, non può pretendere partecipazione e rispetto. La via d’uscita, conclude, è una riforma profonda dei comportamenti, delle regole e dei rapporti tra istituzioni e comunità.