Da sx: Rossana Sangineto, Mirko Maiorino, Piero Bitetti
Da sx: Rossana Sangineto, Mirko Maiorino, Piero Bitetti

Taranto, città dei due mari e culla di una millenaria tradizione marinara, continua a vivere una contraddizione profonda: pur essendo simbolo della pesca e delle cozze, non dispone ancora di un mercato ittico in grado di rappresentarne l’identità economica e culturale.

Per superare questa impasse, il Partito Liberale Italiano di Taranto propone ufficialmente il recupero e la rifunzionalizzazione dell’ex struttura “Gambero”, oggi in stato di abbandono, per destinarla alla realizzazione del Mercato Ittico di Taranto (MIT).

“Si parla da anni di diversificazione economica e di un futuro oltre l’acciaio, ma le parole non si sono mai tradotte in progetti concreti”, affermano i segretari Rossana Sangineto (provinciale) e Mirko Maiorino (cittadino). “È tempo di cambiare rotta e di restituire dignità a un luogo simbolico della città, creando nuove opportunità di lavoro e valorizzando la filiera del mare”.

“La proposta nasce anche dalla consapevolezza che l’ex Gambero, un tempo struttura attiva, oggi versa nel degrado più totale, pur essendo un punto strategico a ridosso del porto - spiegano i rappresentanti del PLI -. Nel tempo si era ipotizzato di destinarlo alla Capitaneria di Porto, ma la proprietà sembrerebbe ancora in capo al Ministero della Difesa e nessun progetto concreto è stato avviato.

Il PLI Taranto chiede al sindaco Piero Bitetti e all’Amministrazione comunale di assumersi la responsabilità di un intervento risolutivo. “Esistono canali di finanziamento regionali, nazionali ed europei per la rigenerazione urbana e le economie blu: basta avere visione e volontà per intercettarli”.

“Restituire all’ex Gambero una funzione pubblica e produttiva significherebbe offrire a pescatori, operatori del mare e cittadini un simbolo di rinascita e sviluppo”, sottolineano Sangineto e Maiorino.

Il Partito Liberale si dichiara pronto a collaborare con il Comune per elaborare un progetto condiviso, ma con un messaggio chiaro: “Il tempo delle parole è finito. Taranto ha bisogno di azioni concrete e di una nuova economia fondata sul mare”.