Operatore 118 pestato a Palagiano: “Pensavo mi avrebbe ucciso”
Il soccorritore ha fratture e lesioni a cranio, naso e costato. L’ambulanza utilizzata per l’intervento è stata completamente devastata,

“Pensavo mi avrebbe ucciso. Non so quante mazzate mi ha dato. Siamo soli, troppo soli. E ora non ce la faccio più, mi dispiace”. Sono parole piene di dolore e paura quelle pronunciate dall’operatore del 118 aggredito nel tardo pomeriggio di domenica 29 giugno mentre era in servizio insieme a una collega in quel di Palagiano (Taranto), dove era intervenuto per prestare soccorso in seguito a una lite familiare.
L’episodio si è verificato intorno alle 17:30 e, secondo quanto riferito dalla FP CGIL di Taranto, l’aggressore sarebbe lo stesso uomo che l’operatore stava cercando di aiutare. L’intervento delle forze dell’ordine è giunto però troppo tardi per evitare il pestaggio.
Il soccorritore ha riportato fratture e lesioni al cranio, al naso e al costato e si trova ora in evidente stato di shock psicologico. L’ambulanza utilizzata per l’intervento è stata completamente devastata durante l’aggressione.

Si tratta del secondo episodio grave nel giro di 48 ore ai danni di personale del 118 nella provincia ionica. Appena due giorni prima, un altro equipaggio era stato aggredito con un coltello durante un intervento a Taranto.
“È inaccettabile che, nel 2025, chi salva vite debba temere per la propria incolumità - denuncia Mimmo Sardelli, segretario della Funzione Pubblica CGIL di Taranto -. Non chiediamo altro che garanzie, strumenti di protezione, protocolli chiari e la presenza di personale sanitario in tutti gli equipaggi. Chi risponde al 118 non può lavorare nella paura”.
Preoccupazione è stata espressa anche dal segretario provinciale Alessio D’Alberto, che chiede azioni concrete e immediate: “Di fronte a questi episodi non basta più la solidarietà. Chiediamo l’attivazione urgente di un tavolo di crisi aziendale con la ASL di Taranto e la convocazione di un tavolo prefettizio con forze dell’ordine, sindacati e autorità competenti. La sicurezza di chi lavora per salvare vite deve diventare una priorità assoluta”.
La FP CGIL Taranto evidenzia come l’assenza di contromisure adeguate stia compromettendo la tenuta del sistema di emergenza territoriale generando un clima di insicurezza e tensione crescente tra gli operatori. “Non possiamo più assistere inermi - ribadiscono i rappresentanti sindacali -, in gioco c’è la vita e la dignità di chi ogni giorno serve la collettività con professionalità e sacrificio”.