Vito Legrottaglie (M5S): “Taranto simbolo di un Sud sempre più isolato”
Il pentastellato: “Con le infrastrutture ferme, lo sviluppo della città è bloccato”
Secondo un recente studio elaborato dalla CGIA di Mestre, le aree del Paese dotate di un moderno sistema infrastrutturale sono quelle che registrano i tassi di crescita economica più elevati e duraturi. Al contrario, i territori privi di collegamenti efficienti restano confinati in un isolamento che penalizza la produttività e lo sviluppo.
In questo contesto si colloca la denuncia di Vito Legrottaglie, candidato al Consiglio regionale della Puglia con il Movimento 5 Stelle, che ha richiamato l’attenzione sulla condizione di Taranto e della sua provincia. “La situazione del capoluogo jonico è drammatica. La terza città del Mezzogiorno e sede della più grande fabbrica siderurgica d’Europa continua a vivere in un isolamento che la rende emblema di un Sud relegato sempre più a Sud del mondo”, sottolinea Legrottaglie.
I limiti strutturali sono evidenti: l’autostrada termina a Massafra perpetuando quella che localmente viene definita la “maledizione dell’ultimo miglio”; la rete ferroviaria è lenta e inadeguata, con tempi di percorrenza di quasi due ore per coprire appena 80 chilometri sulla tratta Taranto-Bari. A ciò si aggiunge la mancata apertura ai voli civili dell’aeroporto “Arlotta” di Grottaglie, la cui operatività è schiacciata dagli scali di Bari e Brindisi, e la crisi del porto di Taranto, che ha registrato una contrazione del 40% del traffico container negli ultimi due anni.
“Siamo di fronte a un quadro desolante e grottesco - aggiunge il candidato M5S -. Da vent’anni si attendono i lavori di dragaggio del porto, mentre il Governo ha tagliato di oltre un terzo i fondi PNRR per la linea ferroviaria Taranto-Battipaglia. La mobilità nella città cerniera tra Nord e Sud della Puglia è praticamente immobile”.
Secondo Legrottaglie, senza un piano infrastrutturale serio e investimenti adeguati, la ricchezza economica e il capitale umano continueranno a fuggire altrove, lasciando Taranto e la sua provincia in una condizione di marginalità. “Taranto deve tornare al centro delle politiche pubbliche non solo come sede dei Giochi del Mediterraneo 2026, ma come laboratorio di rinascita per tutto il Sud”, conclude Legrottaglie.