Leonardo Donno
Leonardo Donno

Leonardo Donno, deputato del Movimento 5 Stelle, ha espresso un duro giudizio in Aula sul decreto relativo allo stabilimento ex Ilva di Taranto, definendolo “una minaccia per cittadini e territorio”. Secondo Donno, il provvedimento rappresenta l’ennesima occasione persa per affrontare in modo strutturale la crisi industriale e ambientale della città jonica.

“A fronte di uno stabilimento in crisi, con 4.000 lavoratori in cassa integrazione, impianti sotto sequestro e perdite mensili stimate in 100 milioni di euro - ha dichiarato Donno -, il Governo sceglie di non intervenire con un piano credibile”.

Il parlamentare M5S ha attaccato direttamente il ministro Adolfo Urso, ritenuto responsabile dell’assenza di una visione strategica sul piano industriale: “Un ministro che non sa come affrontare la questione Ilva e scarica il costo dell’inerzia sulle spalle dei cittadini”.

Donno ha denunciato l’allocazione di 200 milioni di euro da parte del Governo senza indicazioni chiare su come verranno utilizzati e ha criticato l’ulteriore ampliamento dei poteri dei commissari. “Dal 2023 a oggi sono stati impiegati oltre 1,7 miliardi di soldi pubblici per tenere in piedi uno stabilimento che continua a crollare”.

Particolarmente forte la critica all’Autorizzazione Integrata Ambientale che, secondo il M5S, prevede la prosecuzione delle attività a carbone per altri 13 anni. “Diciamo No a un accordo interministeriale basato su fonti fossili, inquinamento e rischi per la salute” ha ribadito Donno evidenziando l’assenza di misure concrete per le bonifiche ambientali, la tutela occupazionale e la riconversione green a idrogeno.

“Il decreto mette una pietra sul futuro di Taranto e cancella il percorso di decarbonizzazione avviato con il secondo governo Conte. Il centrodestra sta gestendo la questione Ilva senza capacità, senza strategia, e senza visione” ha concluso Donno rilanciando l’impegno del Movimento per una vera transizione ecologica e industriale.