ArcelorMittal: PCI Taranto, ‘Nazionalizzazione produzioni strategiche per economia Paese’

CRONACA
Iv.
30.03.2020 17:35


La burocrazia capitalista nella propria forma agisce per conto del profitto a scapito della società e a scapito di tutta la classe operaia. Partendo da una domanda logica: tutti abbiamo il diritto di lavorare? Certo che si. Il lavoro è parte fondamentale per la continuità della vita, è parte fondamentale della società, quindi è la forma della relazione sociale di ogni individuo nella sua comunità. Se tutti lavoriamo quindi, ogni società ne avrebbe beneficio sull’allargamento contributivo e quindi maggiore ricchezza pubblica. Se così fosse, si potrebbero far crescere i settori produttivi primari (come, esempio, agricoltura, mitilicultura, ecc ecc) e avremmo una sanità pubblica più efficiente con possibili maggiori risorse pubbliche, si rafforzerebbero le produzioni già presenti sul tutto il territorio jonico. Per gli interessi privati capitalistici avviene il contrario, aumento di disoccupazione, licenziamenti, lo sfruttamento di lavoratori a proprio comodo e per il proprio profitto, la sanità pubblica viene massacrata da tagli pesanti favorendo l’apertura ad un nuovo modello sanitario privato, perché il capitalismo non vive in ragione dei bisogni comuni, ma neanche dei bisogni sociali, piuttosto del plusvalore per il proprio uso privato. Taranto per oltre 30 anni è stata costretta a stare “sotto ricatto” occupazionale, perché ci si è concentrati solo su un unico settore dell’industria, quello della siderurgia, trascurando altri settori e senza tener conto delle conseguenze, aggravate nel tempo, rimandando sempre colpevolmente la programmazione di un modello di sviluppo alternativo e tipicamente di vocazione territoriale. Oggi la burocrazia capitalista cambia volto ma non la sostanza, oggi si chiama Mittal, che ancora una volta stravolge l’assetto lavorativo per i propri interessi, a danno della popolazione e dei lavoratori: riduce il numero dei lavoratori (2500 lavoratori esclusi solo a Taranto), innesca un sistema di processo, quello semplicemente usato da secoli: se guadagno lavoro, se non guadagno riduco e licenzio, come già avvenuto e come avverrà in futuro se governi e parti sociali non cambiano approccio verso i privati. Oggi nel momento più drammatico che sta vivendo un' intera nazione e non solo per la pandemia del covid-19, Mittal annuncia di non voler ridurre ulteriormente la produzione, rischiando il contagio tra lavoratori perché, ancora una volta, il capitalismo industriale non può perdere ulteriori profitti e lo fa a tutti i costi con grave pericolo per la salute dei lavoratori e della comunità che lo ospita. A fronte di quest’ultima crisi noi del PCI Taranto riteniamo opportuno affermare che, una volta, sperabilmente presto, sia finita la pandemia da covid-19, Mittal assuma a pieno regime i fuoriusciti perché non si può ancora una volta sopportare che i lavoratori e la società subiscano altre violenze. Ribadiamo ancora una volta e già da tempo e con più forza che l’industria siderurgica, se considerata strategica, deve essere nazionalizzata. Nell'interesse dei lavoratori, dei cittadini di Taranto e dell'intero Paese. (PCI TA sez.D’Ippolito-LaTanza).

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