(Di Anthony Carrano) Sono ormai passati due mesi da quando il Taranto è stato ufficialmente escluso dal campionato. Una lunga agonia, culminata dopo partite lesive per la storia del calcio cittadino, concluse con punteggi tennistici e disputate da ragazzini gettati nell’arena del professionismo senza alcuna preparazione al salto di categoria.

Una storia triste, un epilogo che forse neppure i più pessimisti avrebbero potuto immaginare. E invece, a un anno di distanza dalla splendida cornice di pubblico vista durante i playoff che avevano acceso il sogno della Serie B, il Taranto si ritrova oggi nell’anonimato più totale del panorama calcistico.

Le cause della disfatta non possono di certo essere attribuite all’incendio contro il Foggia, neanche alla realizzazione del nuovo stadio ‘Erasmo Iacovone’, importante investimento di soldi pubblici di oltre 60 milioni di euro, in virtù dei prossimi Giochi del Mediterraneo che si terranno a Taranto nell’estate del 2026. Cattedrale nel deserto, forse, per chi non avrebbe neanche le possibilità di aprire il cancello del nuovo stadio, la realizzazione di una struttura così all’avanguardia e al passo con i tempi fa però ben sperare in una possibile rinascita, sia sociale che sportiva, di un territorio martoriato da oltre 30 anni di disfatte, fallimenti e dilettantismo, non solo a livello calcistico.

Sarà importante il sostegno della Nuova Fondazione per i Giochi del Mediterraneo, istituita da Massimo Ferrarese, con l’intento di supportare lo sport locale e tutelare inizialmente gli interessi di calcio e basket. In questo contesto, tuttavia, restano ancora aperte due questioni cruciali: la sopravvivenza della matricola del Taranto FC 1927 e l’elezione di un nuovo sindaco. Due nodi che rallentano la rinascita del calcio tarantino.

In città si respira fermento e voglia di ripartire. I tifosi non vedono l’ora di tornare a parlare di calcio, indipendentemente dalla categoria in cui il Taranto sarà inserito. A tal proposito, in base a una legge introdotta nell’aprile 2024, i rossoblù, stando alla teoria dei fatti, dovrebbero ripartire dal campionato di Eccellenza in sovrannumero.

Insomma, sarà sicuramente un’estate calda, non solo dal punto di vista meteorologico. L’auspicio è che, da queste macerie, si possano gettare le basi per un futuro ricco di successi. E, perché no, restituire a ogni singolo tifoso quella dignità calcistica che negli ultimi mesi è stata brutalmente calpestata.