Taranto: Tecnopolo, Gianni Azzaro (PD) ‘Così si parte con il piede sbagliato’

CRONACA
Iv.
17.01.2020 17:08


«La realizzazione del Tecnopolo a Taranto non può iniziare così, anzi non può finire così. Già perché se  davvero si avviasse in questo modo, sarebbe l'inizio della fine». Il consigliere provinciale e comunale del Pd, Gianni Azzaro, non nasconde assolutamente le sue perplessità sulla bozza di statuto della fondazione che il Governo  sta per istituire a Taranto per costituire un centro di ricerche per l’innovazione. Proprio all'esponente del Partito democratico, e questo gli è stato oggettivamente e trasversalmente riconosciuto, si deve la felice intuizione di aver individuato Palazzo Frisini quale sede del futuro contenitore da destinare alle attività di ricerca. «Quella scelta, sostenuta peraltro dal presidente della Provincia, nasceva (e nasce) dall’esigenza di far tornare quei giovani che hanno lasciato la nostra città per cercare lavoro al Nord e per restituire alla comunità un edificio abbandonato da decenni, ma anche - prosegue Azzaro - dalla necessità (non più rinviabile) di far tornare ai fasti di un tempo via Mazzini. Quando proposi come referente al Tavolo permanente per il Contratto di sviluppo (Cis) - osserva il consigliere al Comune di Taranto del Pd - ero spinto dalla logica di diversificare la nostra economia e dall’ambizione di creare dei posti di lavoro per arrivare così ad una città smart e sostenibile dal punto di vista ambientale». Questi obiettivi, però, possono essere realizzati solo se il progetto non viene calato dall’alto. «Per questa ragione condivido le critiche e le osservazioni avanzate ieri dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. La stessa idea di istituire una fondazione per il Tecnopolo del Mediterraneo, può avere senso - insiste Gianni Azzaro - solo e soltanto se gli enti locali saranno coinvolti e soltanto se - aggiunge il consigliere provinciale e comunale del Pd - le nostre istituzioni universitarie e le eccellenze presenti sul territorio verranno, sin dall'inizio, valorizzate. Per questo - conclude  - chiedo ai ministeri competenti di fermarsi un attimo prima di varare lo statuto del Tecnopolo. Si è ancora in tempo, infatti, per evitare errori che indebolirebbero un’idea sino al punto di annullarla del tutto. Il Tecnopolo - commenta ancora Azzaro - va visto come un incubatore di idee a beneficio delle imprese e del nostro territorio. Altrimenti, ancor prima di partire, saremmo di fronte all'inizio della fine».

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