Mario Turco
Mario Turco

“L’emendamento contenuto nel DL Ilva è un attacco senza precedenti ai diritti fondamentali dei lavoratori”. Con queste parole il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle e responsabile del Comitato Economia, Lavoro, Imprese, ha duramente criticato la misura varata dal Governo nell’ambito del decreto sull’ex Ilva.

Secondo Turco, la norma rappresenta una vera e propria forzatura autoritaria: “Colpisce il principio dell’equa retribuzione sancito dall’articolo 36 della Costituzione e si pone in contrasto con le più recenti sentenze della Corte di Cassazione”. L’introduzione della cosiddetta “presunzione di giusta retribuzione” salvo “grave inadeguatezza”, spiega il senatore, “è un espediente ideologico che svuota il ruolo del giudice del lavoro, ridotto a semplice certificatore”.

Per il parlamentare pugliese, il rischio concreto è che si legittimino retribuzioni al di sotto della soglia di dignità e che si impedisca ai lavoratori di ottenere riconoscimenti economici attraverso vie legali. “È un modo surrettizio per cancellare diritti retroattivi e scoraggiare le vertenze”, afferma Turco.

“Non solo questa norma contrasta apertamente con la giurisprudenza consolidata, ma introduce un meccanismo di vantaggio per i datori di lavoro, che potranno invocarla per evitare ogni responsabilità retributiva”, prosegue il senatore. Per questo il Movimento 5 Stelle ha annunciato una ferma opposizione parlamentare.

“Chiediamo l’immediato ritiro dell’emendamento”, conclude Turco, “e denuncio pubblicamente l’utilizzo strumentale del DL Ilva per colpire i lavoratori di un territorio già segnato da disoccupazione, malattie e inquinamento. Il governo ignora le vere emergenze e preferisce colpire i più deboli. È inaccettabile”.