Taranto: Festival Europeo del Buon Ambiente Taranto (FEBAT), idea Piero Bitetti per rilanciare la città

‘Da organizzare ogni anno per scardinare, con i fatti, l’immagine di una provincia soffocata dall’inquinamento e priva di potenzialità’

Cultura, musica e spettacolo
Iv.
26.01.2020 12:26


Il via libera alla facoltà di Medicina a Taranto non solo rappresenta un’ottima notizia ma mi consente di riproporre con ancora maggiore convinzione un’idea che presto sottoporrò all’attenzione della Regione Puglia: la realizzazione del Festival Europeo del Buon Ambiente Taranto (FEBAT). Si tratta di un evento, da organizzare ogni anno, con cui potremmo provare a scardinare, con i fatti, l’immagine di una provincia, la nostra, soffocata dall’inquinamento e priva di potenzialità. Noi sappiamo che non è così, ma nell’immaginario collettivo questo è purtroppo il messaggio che passa. Negarlo, sarebbe da stupidi. Beninteso, le criticità ambientali esistono e vanno affrontate senza tentennamenti, come del resto stiamo facendo, mettendo al primo posto il diritto alla salute e provando tuttavia, nel contempo, a difendere tutti i posti di lavoro riconducibili direttamente o indirettamente al polo industriale ionico. Su questo punto il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci è stato chiaro.  Ciò detto, si tratta ora di spingere sull’acceleratore per cambiare paradigma fornendo nuovi strumenti di valutazione a coloro che  guardano con interesse alla nostra terra. Si tratta di valorizzare il nostro patrimonio paesaggistico e le opportunità di sviluppo legate al mare. E se poi allarghiamo lo sguardo alla Terra Ionica, penso alle Gravine, alle masserie, alla civiltà messapica, alla Valle d’Itria, all’agroalimentare di qualità. Tutto questo patrimonio, declinato ovviamente in modi diversi, è in qualche modo espressione di sostenibilità ambientale. Ma questo sistema ha evidentemente bisogno di essere supportato, non solo politicamente, come stiamo facendo e come sempre meglio faremo, ma anche scientificamente. Ecco quindi il ruolo insostituibile dell’università che, sotto questo profilo, potrebbe essere sostenuta e incoraggiata verso ambiti disciplinari come l’epidemiologia, la ricerca biomedica, la medicina del lavoro, le scienze naturali. Il Febat costituirebbe così una vetrina importante per dimostrare ciò che siamo capaci di fare e per presentare, perché no, proprio i risultati delle ricerche avanzate sul terreno vasto della sostenibilità ambientale che, come a tutti noto, rappresenta la vera sfida dei prossimi decenni. E non è un caso, infatti, che l’Europa si sia spinta a definire obiettivi ancora più ambiziosi su questo versante, mettendo a disposizione numerosi canali di finanziamento. Di qui l’importanza strategica di far diventare Taranto una città europea, una comunità che aspira a diventare punto di riferimento per il dialogo tra i popoli e le culture che si affacciano sulle due sponde del Mediterraneo.  Il Febat sarebbe insomma la chiave di volta per uscire allo scoperto e dichiarare a livello internazionale ciò che vogliamo fare del nostro futuro. Per dimostrare che, armati di umiltà, passione e lungimiranza, siamo capaci di grandi cose.

Piero Bitetti - Consigliere comunale e provinciale

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