Taranto, Maggioranza: “Non è questa la comunità che vogliamo”

“Grave episodio nella serata di lunedì 28 luglio a Taranto: il sindaco Piero Bitetti è stato costretto a rimanere per oltre due ore all’interno di Palazzo di Città, a causa di un clima ostile e intimidatorio”. La maggioranza del Consiglio Comunale esprime in una nota la propria solidarietà al primo cittadino condannando quanto accaduto.
“Ci siamo candidati per essere costruttori di una città coesa, di una comunità in cui il rispetto per le persone sia un valore imprescindibile - si legge ancora nel documento firmato dalla maggioranza -. Una città in cui si respiri la bellezza della comunità, dove chi la pensa diversamente da noi ha sempre diritto di esprimere la sua opinione. Nessuno può avere diritto di mancare di rispetto, di gridare, di lanciare invettive, di minacciare. Nessuno è depositario di verità. Una comunità è sempre la sintesi di diversità”.
Il fatto viene definito “gravissimo” non solo per le conseguenze dirette sul primo cittadino, ma anche perché “è la manifestazione di un modo di fare che non ci piace. Non è questa la comunità che noi vogliamo costruire”.
Nel merito delle scelte industriali che attendono la città, i firmatari della nota esprimono la propria posizione sul futuro dell’acciaieria. “Come cittadini di Taranto abbiamo a cuore e siamo interpellati dalla scelta delle prospettive dell’acciaieria. Riteniamo che la decarbonizzazione, con la progressiva chiusura dell’area a caldo a carbone, sia la strada percorribile”, viene precisato.
Tuttavia, l’accordo di programma proposto dal Governo viene giudicato insoddisfacente: “Ci sembra che rechi precarietà, improvvisazione, assenza di certezze per il rispetto della salute e del lavoro nella nostra città”.
Alla luce dei fatti accaduti e del clima che si è venuto a creare, la maggioranza del Consiglio ritiene che “il Consiglio Comunale del 30 luglio non possa essere svolto per motivi di sicurezza”. In conclusione, si afferma che “l’accordo di programma, in assenza del Sindaco, il 31 luglio non possa essere sottoscritto”.