Le difficoltà legate alla crisi idrica nel Tarantino accendono il confronto tra agricoltori e politica. A intervenire con toni duri è la CIA Area Due Mari Taranto-Brindisi, che accusa i rappresentanti istituzionali di utilizzare l’emergenza idrica come terreno di propaganda, in vista delle prossime elezioni regionali.

“La gestione dell’acqua non può diventare argomento di campagna elettorale”, si legge nella nota diffusa dall’organizzazione agricola, che critica aspramente le passerelle di esponenti politici locali e nazionali. Secondo la CIA, l’aumento della portata idrica non è frutto di interventi istituzionali dell’ultima ora, ma del lavoro continuativo e silenzioso di chi opera sul campo da mesi, senza clamore mediatico.

La CIA rivendica di essere stata in prima linea con sopralluoghi, monitoraggi e proposte concrete. “Abbiamo denunciato anomalie, collaborato con gli enti, e sollecitato l’intervento della politica. Ma troppo spesso ci siamo scontrati con un muro di indifferenza”, afferma l’organizzazione, che invita gli agricoltori a non farsi strumentalizzare.

Tra gli interventi più rilevanti segnalati, le recenti operazioni di pulizia dei canali, riparazioni agli impianti e ricognizioni strategiche che hanno permesso il recupero di risorse idriche. Il merito, secondo la CIA, va riconosciuto anche a chi ha collaborato sul territorio: l’assessorato regionale all’Agricoltura guidato da Donato Pentassuglia, il commissario straordinario del Consorzio Unico di Bonifica Francesco Ferraro, il dirigente di Arif Puglia Giorgio Bucci, e il presidente di Acque del Sud Luigi Decollanz.

Ma le criticità non sono superate. La diga di Monte Cotugno presenta un deficit di oltre 31 milioni di metri cubi rispetto allo scorso anno. Al contrario, la diga di San Giuliano registra un incremento, ma le risorse restano inaccessibili per via di lavori non ancora conclusi. Una situazione definita “paradossale”, che secondo la CIA richiede un coordinamento unico per la gestione idrica nel versante occidentale della provincia di Taranto.

“Non si risolvono problemi così gravi con sopralluoghi improvvisati in giacca e cravatta. Servono competenza, presenza e concretezza”, conclude l’associazione, ringraziando gli operai di Arif, Consorzio e Acque del Sud che stanno lavorando in silenzio. “I risultati che vediamo oggi sono frutto del lavoro quotidiano. Chiediamo solo onestà, senso di responsabilità e rispetto per chi non si è mai tirato indietro”.