Due operatori del 118 sono stati aggrediti a calci e pugni nella giornata di domenica 29 giugno mentre prestavano soccorso a un paziente nel centro urbano di Palagiano, in provincia di Taranto. I sanitari sono stati colpiti violentemente da ignoti mentre erano in servizio. Un episodio grave che segue, a distanza di poche ore, quello verificatosi nel quartiere Paolo VI di Taranto, dove due soccorritori erano stati minacciati con un coltello.

A denunciare la gravità della situazione è Giuseppe Lacorte, segretario generale della CISL FP Taranto Brindisi, che in una nota tuona: “Non è passata neanche una giornata dalla nostra ultima denuncia e già contiamo altri due lavoratori del 118 massacrati di botte. Quanto altro sangue dovrà scorrere prima di intervenire?”.

Lacorte definisce l’aggressione un atto contro l’intera comunità: “Chi aggredisce un operatore sanitario colpisce un bene pubblico essenziale. Non possiamo più tollerare ipocrisie o solidarietà a parole. Servono leggi dure, protocolli efficaci, ambulanze protette e strumenti di difesa immediata”.

Il sindacato punta il dito anche contro le istituzioni: “Chi governa dica chiaramente da che parte sta: o con chi salva vite o con chi le mette in pericolo”.

Nel mirino anche l’ORSEPS, l’organismo regionale contro le aggressioni al personale sanitario, il cui insediamento è previsto per lunedì. “Non possiamo aspettare altri mesi: ORSEPS deve diventare subito operativo, con risorse vere e poteri concreti”, chiede la CISL.

Lacorte chiede infine che Prefetti, Questure, Direzioni sanitarie e Regione Puglia attivino un piano straordinario di sicurezza, concreto e immediato. “Non tollereremo più che la paura diventi la norma in ambulanza o in pronto soccorso”.

Alla cittadinanza, l’appello è accorato: “Non voltatevi dall’altra parte quando vedete un soccorritore insultato o aggredito. Difendetelo come difendereste un familiare. Perché ogni volta che lasciamo soli questi lavoratori, diventiamo tutti più vulnerabili”.

“Chi ha responsabilità ora decida, chi deve proteggere, protegga. Chi deve punire, punisca. Ora. Perché chi tocca un operatore sanitario, tocca tutti noi”, conclude Lacorte.