Ex Ilva: Surgo (Mes), ‘Governo cacci attuale governance’

CRONACA
20.09.2022 18:14

Dice bene il deputato di Impegno Civico Giampaolo Cassese quando afferma che “lo Stato non dovrebbe dare un solo euro all’attuale governance dello stabilimento di Taranto, senza la certezza di assumerne il pieno controllo o senza che la controparte corrisponda una somma proporzionale alla propria quota. Non ho infatti alcuna difficoltà ad affermare in quest’aula che la governance di Arcelor Mittal Italia in questi anni è stata disastrosa, ha inspiegabilmente inasprito ogni rapporto con il territorio, portando avanti una gestione assolutamente conflittuale nei confronti di tutti gli stakeholders, dalla comunità locale, alle rappresentanze sindacali, all’indotto, ai fornitori, fino allo stato stesso».

Il deputato ionico, intervenendo in Aula, ha fatto riferimento al provvedimento contenuto nel  decreto Aiuti bis, che ora passerà al vaglio del Senato, che stanzia un miliardo di euro  a favore del complesso aziendale. L’articolo 30 del decreto autorizza Invitalia, la società pubblica azionista di minoranza di Acciaierie d’Italia (la maggioranza è nelle mani di ArcelorMittal) a sottoscrivere aumenti di capitale fino a 1 miliardo di euro.

"Ciò che afferma il parlamentare tarantino è quanto da tempo sosteniamo senza ottenere risposte - asserisce Antonio Surgo responsabile delle relazioni industriali per Taranto, Brindisi e Lecce del Mes, il movimento socialista europeo -. Sosteniamo da mesi - incalza Surgo - che lo Stato non può commettere il grave errore di mettere nelle mani dell'attuale governance soldi dei contribuenti italiani che servirebbero a rilanciare lo stabilimento e che invece vengono sperperati in viaggi con voli privati, appartamenti megagalattici e altro ancora. Senza considerare - tuona ancora Surgo - la cattiva gestione del personale, in particolare degli ingegneri, che prima sono stati cacciati e liquidati con ingente esborso di danaro e ora sono stati richiamati al lavoro. C'è poi la questione legata a molte ditte dell'appalto che, prive di certificato antimafia, opererebbero all'interno dello stabilimento aggirando questo importante ostacolo  presentando un'autocertificazione sostitutiva".

"Ci aspettiamo una netta presa di posizione da parte del nuovo Governo - conclude il rappresentante del Mes -. Va anticipato innanzitutto l'ingresso dello Stato nella maggioranza del capitale sociale affinché quella fabbrica torni a essere gestita in maniera seria e oculata. L'altra soluzione è cacciare l'attuale governance, altrimenti tra pochi mesi ci ritroveremo nella medesima situazione di mancanza di liquidità nelle casse". (Comunicato stampa)

Taranto: Al via primo Taranthon GreenBlueDays per la città dei due Mari
Tutela e conservazione paesaggio rurale tradizionale pugliese, buona la prima