Francesco Cosa: “Le cozze tarantine sono le più controllate d’Italia”
L’assessore allo sviluppo economico del Comune di Taranto: “Dichiarazioni infondate e prive di una base scientifica”

“Le cozze tarantine non sono tossiche e i controlli ne garantiscono sicurezza e qualità”. Francesco Cosa, assessore allo sviluppo economico, ha replicato alle dichiarazioni rilasciate in diretta televisiva dal giornalista Enzo Magistà, secondo cui i mitili sarebbero allevati “nel Mar Piccolo inquinato dalla diossina”.
Nella sua nota, Cosa chiarisce che “il primo seno del Mar Piccolo è da anni sottoposto a monitoraggi stringenti e a restrizioni sanitarie a causa della presenza di diossine e Pcb, con ordinanze regionali che regolano l’attività di mitilicoltura. Tuttavia, non corrisponde al vero l’affermazione secondo cui tutte le cozze allevate a Taranto sarebbero inevitabilmente contaminate”.
“Gli ultimi controlli condotti da Arpa Puglia e dagli enti competenti hanno confermato la conformità dei parametri nelle aree designate, mentre un progetto interistituzionale sta valutando tempi e modalità di decontaminazione dei mitili trasferiti in acque idonee, come il Mar Grande”, sottolinea Cosa.
L’assessore evidenzia inoltre che il “sistema di tracciabilità oggi in vigore impedisce la commercializzazione di prodotti non conformi e che le acque del secondo seno sono classificate “A”, condizione che consente ai mitili di arrivare direttamente ai centri di spedizione senza stabulazione. Possiamo pertanto affermare che le cozze tarantine sono oggi le più controllate d’Italia”.
Cosa invita quindi a trattare con equilibrio e responsabilità un tema così delicato, sottolineando come “dichiarazioni generalizzanti e prive di contestualizzazione rischino di danneggiare l’immagine di Taranto e l’economia di un comparto che coinvolge centinaia di famiglie”.
“La mitilicoltura locale, se svolta nel rispetto delle regole e sotto la vigilanza delle autorità, non rappresenta un pericolo per la salute pubblica. La Cozza Nera Tarantina è una risorsa identitaria ed economica che merita rispetto, rigore scientifico e tutela”, conclude Francesco Cosa, assessore allo sviluppo economico.