Edoardo Rixi
Edoardo Rixi

“Meglio un polo dell’acciaio al Nord che non averne affatto in Italia”. È il messaggio lanciato da Edoardo Rixi, viceministro a infrastrutture e trasporti, a margine del convegno “Mare, logistica, underwater”, organizzato dalla Uilm a Genova.

Rixi ha fatto il punto sulla crisi dello stabilimento ex Ilva di Taranto, sottolineando come la situazione rischi di compromettere l’intero comparto siderurgico nazionale. “A Taranto, anche a causa di speculazioni politiche, è diventato impossibile produrre acciaio – ha spiegato -. Oggi non c’è più interesse da parte dei privati a investire e manca una garanzia concreta di intervento pubblico”.

Da qui l’ipotesi di una nuova strategia industriale: “L’Italia, se vuole restare tra le prime economie manifatturiere d’Europa, ha bisogno di continuare a produrre acciaio. E per farlo servono investimenti tra i 2 e i 3 miliardi di euro sugli attuali siti produttivi, a partire da Genova”, ha dichiarato il viceministro.

Una soluzione che, secondo Rixi, non è dettata da una scelta politica, ma da una realtà industriale e finanziaria: “Sarebbe stato molto più semplice ristrutturare lo stabilimento di Taranto, ma mi sembra, non per volontà del Governo, che oggi ciò sia diventato impossibile”.

Il viceministro ha ribadito la necessità di trovare un nuovo equilibrio tra pubblico e privato per garantire all’Italia una produzione interna di acciaio, vitale per molte filiere strategiche. “Il tempo è poco e il rischio è grande. Bisogna decidere ora come e dove rilanciare il settore”, ha concluso.