ArcelorMittal: Marinaro, ‘Viviamo momento di tensione e incertezza’

Presidente di Confindustria Taranto interviene nell'assemblea che ha decretato l'elezione di Carlo Bonomi

CRONACA
Iv.
21.05.2020 11:31


Un'assemblea sicuramente inedita per le modalità con cui si è svolta ha decretato l'elezione di Carlo Bonomi a nuovo presidente di Confindustria. In sessione privata e a porte chiuse nella sede nazionale, con una virtuale ma vasta platea di imprenditori collegati in modalità telematica, il momento di confronto ha visto avvicendarsi anche i brevi interventi dei presidenti territoriali. Grande attenzione è stata tributata alla testimonianza di Antonio Marinaro, Presidente di Confindustria Taranto, in virtù dell'inevitabile passaggio che lo stesso Presidente ha riservato alle complesse vicende della siderurgia. "Un altro momento di grande tensione e incertezza sta interessando la nostra comunità - ha esordito Marinaro dopo aver ringraziato il Presidente uscente Vincenzo Boccia per l'operato degli ultimi quattro anni - ed è per questo che ci ritroviamo anche in questa importante occasione che vede riunito tutto il sistema a riferire di una questione oramai atavica. Taranto in questo momento continua ad esprimere tutta la resilienza a cui è oramai avvezza, avendo affrontato anni già molto difficili - ha poi aggiunto rivolgendosi al nuovo vertice di viale dell'Astronomia - ma ciò non toglie ora più che mai abbia forte bisogno di una presenza costante e vigorosa da parte della sua Confindustria, nonché del confronto con quelle Confindustrie che da nord a sud, e penso in particolare a Genova e Novi Ligure, stanno affrontando le stesse sfide e le medesime criticità". Da qui l'istanza avanzata da Marinaro al neopresidente Bonomi ad affrontare la questione Arcelor Mittal, particolarmente complicatasi negli ultimi giorni, sugli stessi tavoli e attraverso soluzioni condivise. A questo proposito, il presidente di Confindustria Taranto, riferendosi alle valutazioni negative di Bonomi - più volte espresse in varie occasioni - inerenti l'intervento massivo dello Stato nell'industria, coglie l'occasione per ribadire la convinzione che il Sistema Paese debba avvalersi dell'apporto fondamentale dell'impianto industriale privato, sia esso rappresentato dalla piccola che dalla media e grande industria. "Anche noi siamo convinti che senza l'industria il Paese non possa ripartire - afferma - e che il pubblico non possa sostituirsi al privato.  Tuttavia -aggiunge - siamo ancora una volta costretti a registrare un approccio altalenante, a volte dicotomico, di Arcelor Mittal Italia, sul nostro territorio. Un atteggiamento che ora si è inasprito a causa delle ovvie contrazioni del mercato dell'acciaio, ma che esisteva anche prima della pandemia. Pur comprendendo la fisiologica flessione della produzione - aggiunge ancora il Presidente di Confindustria Taranto - non comprendiamo il palese ritardo sul piano industriale e lo stop anche agli interventi di carattere ambientale, per noi prioritari; non comprendiamo il ricorso esasperato agli ammortizzatori sociali che inasprisce i rapporti già molto critici con il territorio; non comprendiamo il perpetuarsi, da novembre scorso, del mancato rispetto dei pagamenti nei confronti del nostro indotto, imprese qualificate e di comprovata esperienza che da decenni portano avanti lo stabilimento con senso di responsabilità e spirito di sacrificio. Ad Arcelor Mittal abbiamo più volte mostrato apertura e collaborazione, che ci è stata puntualmente ricambiata purtroppo solo verbalmente. Ad oggi continuiamo a riscontrare una palese dicotomia fra gli impegni assunti e quelli portati realmente avanti per tutto il territorio. Ecco perché abbiamo invocato l'intervento del Governo - chiarisce Marinaro - affinché richiami l'azienda all'espletamento degli impegni assunti da contratto. Ecco perché continuiamo a percepire come fondamentale l'intervento, sia oure solo transitorio, dello Stato, laddove Arcelor Mittal dovesse palesare la sua indisponibilità a portare avanti i suoi impegni sul territorio, almeno fino a quando non si sarà individuato un piano alternativo all'attuale. Un piano che contempli - conclude - come tutti ci auguriamo, la continuità, nel rispetto della tutela dell'ambiente e delle risorse umane, di una delle produzioni-cardine del Sistema Paese".

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