Cgil: ‘Fare turismo non è obbligatorio, ma una scelta. Facciamolo bene’

Proposta di un patto per il buon lavoro

Cultura, musica e spettacolo
18.07.2021 14:28

Un patto per il buon lavoro nel mondo del turismo. Questa chiamata alla collaborazione che viene da Maestranze, l’evento sul turismo organizzato da Filcams Cgil Taranto a Grottaglie, il 14 luglio scorso, al quale hanno partecipato, a parte i sindacalisti Paola Fresi, segretaria generale di categoria, Daniele Simon, componente della segreteria e Giovanni D’Arcangelo, segretario confederale, anche Rocky Malatesta, presidente del Consorzio di gestione di Torre Guaceto, Ciro D’Alò, sindaco di Grottaglie, Barbara Neglia, presidente dell’Ente Bilaterale del Turismo Puglia e alcuni lavoratori del settore. Un’azione comune, un tavolo concertativo, che possa vedere la partecipazione del mondo del lavoro, delle imprese, della formazione e dei policy maker. Quello che è mancato in questi anni, come emerge dagli interventi che si sono susseguiti durante l’evento, è la possibilità di un confronto strutturato tra i diversi attori del mondo del turismo, a cominciare da un nuovo rapporto tra la scuola, le imprese e il lavoro. “Se il turismo significa mettere in evidenza la bellezza del territorio” spiega Daniele Simon, componente di segreteria della Filcams Cgil Taranto, “le strategie di sviluppo non possono essere lasciate al caso. E questo significa aprire una discussione sistematica con tutti coloro che hanno un ruolo in questo settore, i cui successi, lo ricordiamo, ricadono su tutti gli altri ambiti economici e di sviluppo, come dimostra in parte anche l’esperienza di Torre Guaceto. Significativa è l’esperienza dei lavoratori del settore, che sono stati artatamente messi in contrapposizione con i percettori del reddito di cittadinanza. Ricordiamo che le aziende che non trovano lavoratori sono quelle che non pagano o che non regolarizzano i propri dipendenti. Facciamo appello ai rappresentanti delle imprese perché sia avviato al più presto un dialogo”. “Fare turismo non è un obbligo, è una scelta. Con il turismo non si produce un bene primario, si produce svago, relazioni umane” commenta infine Giovanni D’Arcangelo, “Si scoprono bellezze paesaggistiche e luoghi rurali. Noi abbiamo un patrimonio paesaggistico e culturale che deve continuare a farci scegliere di fare turismo. E dobbiamo farlo nella consapevolezza che c’è una competitività di fondo, con innumerevoli luoghi che possono scegliere al nostro pari di fare turismo. E allora, una volta preso atto che non sarebbe lungimirante puntare sulla quantità e sul taglio dei costi, dobbiamo avere la capacità di puntare all’eccellenza turistica. Come? Innanzitutto partendo dal lavoro, dalle maestranze, dal contributo formativo che possono dare sul territorio gli istituti alberghieri. Con le imprese, che devono convincersi a ragionare in una logica di insieme tra i territori e tra gli esercenti. Noi come Cgil vogliamo fare la nostra parte e costruire un confronto con il mondo rappresentativo delle imprese, affinché si possano trovare dei campi comuni di confronto per costruire uno sviluppo consapevole e sostenibile per il territorio. Vogliamo fare questo per presentare alle istituzioni locali una proposta condivisa, una strada che porti alla creazione di buona e piena occupazione, di buon lavoro anche per le imprese che rispettano i contratti e le leggi. Perché le istituzioni? Perché gli investimenti pubblici devono essere volti a risolvere almeno parte dei problemi strutturali che ci sono sul territorio, a partire dal trasporto pubblico e della rete stradale che oggi rappresentano un gap evidente per quel buon lavoro di qualità. Gli investimenti del PNRR (6 miliardi di euro) stanziati per il turismo e la cultura devono servire a risolvere questi problemi, alla rigenerazione urbana dei borghi cittadini e alla valorizzazione del patrimonio culturale”. (CS)

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