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Taranto: ‘Macellai stremati da inflazione e calo dei consumi’

In questo particolare momento storico, abbiamo diverse criticità da superare”. Esordisce così Egidio Andriani, presidente di Federmacellai-CasaImpresa/Confesercenti Taranto.

“Da un lato – prosegue Andriani – la crescita pesantissima e inarrestabile dei costi per l’intera filiera, dalla materia prima al packaging, al trasporto e altro. Dall’altro un importante calo dei consumi per il mutato, perché in flessione, potere d’acquisto delle famiglie che risparmiano sempre più sulla qualità; a volte sono addirittura condizionate al punto di escludere dalla spesa taluni alimenti”.

”A questo aggiungiamo l’erronea convinzione dei consumatori, secondo cui la categoria dei macellai starebbe approfittando, quindi speculando sugli aumenti. Convinzione sbagliata e ingiusta perché, è corretto fornire la giusta versione dei fatti, la categoria sta riversando solo in parte gli aumenti che è costretta a sopportare, sui clienti, risultando quindi doppiamente danneggiata”, prosegue Andriani.

”Il risultato sono i dati che già da un po’ registriamo: dal 2019 a oggi sono sparite oltre 2.300 imprese attive nella panificazione e nella distribuzione e vendita di carne. Da qui al 2030, con le tendenze attuali, si stima di perderne altre 4mila. Nel comparto degli alimentari lavorati,  nel 2022 la situazione è la seguente:  il prezzo alla produzione  è cresciuto del 15,6%, mentre i consumi sono fermi all’8,5%. Su questo fenomeno ha certamente influito la grande distribuzione.  Una guerra ad armi impari”.

”Per tutto ciò, urge un intervento certamente da parte del Governo centrale, ma anche sul territorio gli enti comunali potrebbero contribuire, alleggerendo la tassazione che pesa sui diversi settori. Lo chiediamo a gran voce per difendere le attività alimentari, soprattutto i negozi di vicinato, e tutelare la qualità dei prodotti che sono alla base della nostra alimentazione, quindi garanzia di salute e benessere”, conclude Andriani.

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