Ex-Ilva, CGIL e FIOM: “Decarbonizzazione e ruolo dello Stato fondamentali”

Ex-Ilva, CGIL e FIOM
CRONACA
23.01.2025 10:36

La vicenda ex-Ilva torna al centro del dibattito con parole forti da parte della CGIL e della FIOM CGIL, che ribadiscono la necessità di un ruolo attivo dello Stato e un piano industriale chiaro per il futuro degli impianti. Durante una conferenza stampa, Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della CGIL di Taranto, ha denunciato una situazione di stallo: “Da oltre dieci anni restiamo intrappolati in una visione statica dello sviluppo del territorio. La decarbonizzazione non è una scelta arbitraria, ma un’esigenza dettata dalla salute, dalla sicurezza e dalle normative europee”.

Loris Scarpa, responsabile nazionale siderurgia della FIOM CGIL, ha sottolineato la necessità di un coinvolgimento diretto dello Stato: “In tutto il mondo, gli Stati svolgono un ruolo attivo nella siderurgia. La Golden Power non garantisce la tutela dell’occupazione né degli assetti industriali. Serve un intervento diretto e un dialogo concreto con il sindacato, che al momento manca”. Scarpa ha inoltre evidenziato l’assenza di trasparenza sulle proposte di acquisto degli impianti da parte di Acciaierie d’Italia, chiedendo che si apra al più presto un confronto per garantire la tutela dei livelli occupazionali e il proseguimento della produzione durante il processo di decarbonizzazione.

Transizione e piano industriale: le richieste della FIOM Taranto
Francesco Brigati, segretario generale della FIOM Taranto, ha rimarcato l’urgenza di un piano industriale solido da parte dei potenziali acquirenti, con obiettivi e tempi certi per la decarbonizzazione: “Dal 2012, anno del sequestro degli impianti, si discute di cambiamenti radicali senza mai attuarli. Questo è inaccettabile per lavoratori e cittadini”. Brigati ha chiesto al governo di convocare un tavolo a Palazzo Chigi per discutere le tre proposte di acquisto attualmente sul tavolo, sottolineando che la priorità deve essere la gestione complessiva degli stabilimenti e non singoli asset.

Il ruolo della transizione giusta e le risorse del Green Deal
Giovanni D’Arcangelo ha inoltre posto l’accento sulla necessità di una “transizione giusta”, sfruttando i fondi del Just Transition Fund (JTF) per mitigare l’impatto occupazionale della transizione ecologica. “Per Taranto e il Sulcis, le perdite occupazionali legate alla transizione ecologica continuano a non trovare risposte adeguate. Il dibattito si concentra su settori come turismo e traffico crocieristico, caratterizzati da bassa produttività e precarietà”, ha dichiarato.

Il segretario ha infine auspicato che la costruzione del “Libro Verde” per le politiche industriali avviata dal governo non si limiti a una consultazione di facciata, ma preveda un reale coinvolgimento delle parti sociali. “Taranto può diventare un laboratorio sociale di trasformazione industriale, ma questo non può avvenire senza lavoratori e lavoratrici”, ha concluso D’Arcangelo, ribadendo l’importanza di una governance pubblica per le imprese strategiche del Paese, come l’ex-Ilva.

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