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Sanità, in aumento aggressioni a operatori: +5,5% in un anno


Schillaci, Fiaso e Ugl Salute: “Più prevenzione e protezione per il personale sanitario”

Gli episodi di violenza contro gli operatori sanitari sono aumentati del 5,5% nell’ultimo anno, con una media di 116 casi per azienda sanitaria. È quanto emerge da una survey della Fiaso, presentata a Pisa in occasione della Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari.

Secondo otto Asl su dieci, alla base del fenomeno ci sono l’eccessiva pressione su ospedali e pronto soccorso, la sfiducia nel Servizio Sanitario Nazionale e la percezione negativa alimentata da media e social network.

Le misure adottate e le richieste del settore

Nonostante il quadro allarmante, le aziende sanitarie hanno reagito con campagne di sensibilizzazione e formazione, oltre a rafforzare il coordinamento con le forze dell’ordine. Sei Asl su dieci hanno introdotto assistenza legale per il personale vittima di aggressioni, mentre sono stati potenziati strumenti di sicurezza come pulsanti d’emergenza, blocco porte e supporto psicologico per gli operatori colpiti.

Schillaci: “Protocollo nazionale per la prevenzione”

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato un protocollo d’intesa con Fiaso e Federsanità per garantire formazione omogenea in tutta Italia e ha ribadito l’importanza di un cambiamento culturale per ripristinare fiducia e rispetto verso il personale sanitario.

UGL Salute: “Non basta inasprire le pene”

Il segretario nazionale della UGL Salute, Gianluca Giuliano, ha chiesto misure più incisive, tra cui presidi di sicurezza h24 in ogni ospedale, l’uso di body cam e videosorveglianza e la costituzione d’ufficio delle Asl come parte civile contro gli aggressori. “Un Paese civile non dovrebbe aver bisogno di una Giornata nazionale per ricordare il valore degli operatori sanitari”, ha commentato.

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