Editoriale: Taranto, lascia gli alibi ai perdenti...

Foto Walter Nobile

TARANTO
Dante Sebastio
30.09.2019 14:42

Una sconfitta inaspettata che ridimensiona ancora un volta il ruolo del Taranto in questo campionato. Proprio quando doveva spiccare il volo, la squadra di Nicola Ragno precipita nel baratro per mano di un Sorrento giovane e modesto, approdato in riva allo Ionio con il solo intento di non subire l’imbarcata. Eccezion fatta per Casarano, come spesso accade dall’inizio della stagione il Taranto regala quasi tutti i primi tempi agli avversari. Era successo anche nella sfida casalinga con il Nardò, ma la punizione-gol di D’Agostino e l’espulsione di Danucci avevano mascherato le difficoltà di una squadra che proprio non riesce a sbloccare il risultato con una manovra fluida e ordinata. In Serie D conta solo vincere, è vero, ma quando gioca il Taranto hai sempre la sensazione che le idee non siano chiare, che si faccia fatica a sbloccare il risultato. E più passano i minuti, più le difficoltà sembrano aumentare. Non siamo qui a fare processi, ma un squadra che vuol vincere il campionato non perde due gare in casa, laddove dovrebbe vincerle praticamente tutte. L’alibi del terreno di gioco può reggere fino a un certo punto: perché se è vero che penalizza chi cerca di costruire, è altrettanto vero che il divario tecnico tra Taranto e Sorrento è quasi abissale. Il gol dei costieri era viziato da un fallo di mano netto, sicuramente da annullare, ma è pur vero che i rossoblu non sono stati capaci di raddrizzarla. E basta appellarsi alla sfortuna: un gruppo forte e convinto dei propri mezzi va oltre, non si attacca ai pali o alle traverse. Nicola Ragno, osannato dalla tifoseria rossoblu che fino alle 14.59 di domenica lo considerava un vero e proprio guru, non può finire sulla graticola dopo appena cinque giornate: chiederne la testa è da schizofrenici, ma è doveroso pretendere più “cazzimma” e determinazione, soprattutto da quegli uomini che possono spostare gli equilibri. Leo Guaita è ancora l’ombra del calciatore che abbiamo ammirato a Potenza. Peppe Genchi si illumina a intermittenza. Ciro Favetta non riesce a essere continuo sottoporta alternando prestazioni superlative ad altre più o meno scadenti. Fortunatamente, tutte le candidate alla promozione sono in difficoltà: Bitonto, Cerignola, Foggia e Casarano stentano, ma il campionato non può concedere troppe chance. Proprio domenica prossima, a Foggia, i rossoblu hanno la possibilità di dimostrare il loro reale valore: perché giocheranno su un manto erboso perfetto e con una squadra che non potrà chiudersi. Della serie: lasciamo gli alibi ai perdenti...

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