DI VITTORIO GALIGANI Taranto-Potenza. Meglio riavvolgere la pellicola e cominciare la lettura dalla fine. Massimo Giove, quale legale rappresentante del club, deve prendere le distanze dai fatti accaduti nello spogliatoio al termine della partita. A dire il vero, un comunicato stampa di biasimo era indispensabile già nella serata di ieri. Il Taranto è la massima espressione sportiva del territorio. La pessima figura è di tutti. Certi comportamenti deturpano l’immagine di una città ovunque apprezzata per il grande senso di ospitalità che anima la sua gente.

La nostra non è la ricerca di un capro espiatorio. Chiunque sia stato ad aggredire l’allenatore degli ospiti (e non solo) non interessa. Il gossip appartiene ad altri. Il Taranto, da una vicenda del genere, ne esce con le ossa rotte. Le decisioni, quelle più consone ed appropriate, le deve prendere la Società. Chi è in Consiglio di Amministrazione deve saper fare assunzione di responsabilità.

Massimo Giove, se ha veramente a cuore le sorti del calcio Tarantino e dimostra di voler continuare nella sua “missione”, deve prendere le distanze da quel tipo di esasperazioni. Il campionato attuale è svuotato di ogni aspettativa. Problemi di classifica, considerata la mediocrità dei valori tecnici espressi dalle altre squadre partecipanti, non ce ne saranno in ogni caso sino a fine stagione. Meglio allora dedicarsi, da subito, a una capillare ristrutturazione aziendale.

Giove dimostri di essersi svincolato da Zelatore e Bongiovanni. Coloro che, sostanzialmente, sono i veri responsabili dei pessimi risultati degli ultimi anni. Riguardano la gestione finanziaria come quella tecnico sportiva. Mai scelte delle risorse umane (collaboratori, tecnici, calciatori) furono più sbagliate. Un elenco indicibile e fastidioso. Basti pensare che la Lega di Serie C non svincola le fidejussioni per una serie di vertenze tutt’ora pendenti. Inclusa quella del “mitico” prestanome De Gennaro. Mai un progetto fu tanto vacuo e approssimativo.

Domenica si giocherà l’ultima del girone di andata. Poi il campionato osserverà una lunga sosta. Riprenderà il sette di gennaio dell’anno prossimo. Nel frattempo, questa settimana, si chiuderà la finestra invernale della campagna trasferimenti. Ci saranno altre/ulteriori epurazioni. Inevitabile. Non è escluso che la Società chieda ai calciatori, che intendessero rimanere, un taglio alle loro spettanze. Più che comprensibile. Poi Giove avrà tempo per riflettere. Entro il 31 dicembre si saprà di più sul rispetto degli impegni da lui assunti nei confronti di Z&B nel merito della costituzione in pegno sulle quote sociali.

Diamo per scontato che l’iter venga rispettato. Inimmaginabile, infatti, pensare a un ritorno in sella del fantastico duo (Z&B). La realtà attuale insegna che tutti gli obbiettivi sono stati falliti. Le bellicose promesse dell’estate si sono rivelate mediocri chiacchiere da incompetenti. La sconfitta con il Potenza impone al club l’obbligo di attuare, da subito, un nuovo progetto a medio termine. Massimo Giove ci si deve dedicare nell’immediatezza. Faccia piazza pulita in ogni settore. Usi metodi, anche drastici, da tagliatore di teste. Sappia restituire al club la necessaria/indispensabile professionalità. Attui un progetto di una affidabilità inattaccabile. Raccoglierà i consensi, unanimi, della piazza.

Parta dal settore giovanile. Faccia opera di rifondazione. I pettegolezzi, che un collaboratore della Società fa transitare nella sua pagina del social, sono deleteri. Si creano crepe nella credibilità dell’ambiente. Si fanno apprezzamenti, sconvenienti, sulla possibile prossima nomina di un nuovo responsabile (Capone?). Si fanno riferimenti, denigranti, su ipotetici genitori “sponsor”. Muniti di “zainetti” nel tentativo, mal celato, di favorire i propri figli. Come si vede non bastano le magagne della prima squadra. Nelle maglie allentate del controllo aziendale si inseriscono anche le maldicenze velenose del settore.

Da ultimo la partita contro il Potenza. Ne dobbiamo parlare? Alcune scelte discutibili. Quali l’esordio di Boccadamo. Marsili appiattito sulla destra. I tre difensori dove Rosania gioca troppo arretrato e D’Aiello non si trova a sua agio come centrale di sinistra. La condizione ancora precaria di Diakite. Favetta che evidenzia limiti tecnici e di personalità. Galdean predica nel deserto. Una settimana di ritiro che non ha prodotto effetti positivi.

A monte una squadra mal costruita (in estate) con un andirivieni vorticoso di giocatori (o presunti tali) non idonei alla piazza di Taranto e integrata nel modo peggiore nel recente passato. Spifferi di corridoio parlano di un Massimo Giove deluso. Il 31 dicembre è già domani…tra l’altro.