Società mediazione creditizia potranno anche svolgere mediazione immobiliare

CRONACA
29.07.2022 18:43

A Camere sciolte e con il Governo dimissionario la Camera dei Deputati ha introdotto una rilevante novità che ha creato sconcerto tra gli operatori del settore immobiliare e creditizio. “L’Aula della Camera ha approvato - commenta Giancarlo De Bartolomeo, presidente provinciale Fimaa Confcommercio - una significativa riforma della disciplina della mediazione creditizia prevedendo la possibilità per le società di mediazione creditizia di svolgere anche l’attività di mediazione immobiliare. La modifica, ha rivisitato la netta distinzione di ruoli tra il mondo del credito ed il mondo immobiliare, scardinando i principi comunitari in materia di divisioni di compiti e ruoli e prevedendo una commistione tra le attività di mediazione del credito e di mediazione immobiliare”.

È stato infatti espressamente previsto che l’attività di mediazione creditizia sia compatibile con quella di agente immobiliare (modifica art. 17 del D.Lgs. 141/2010) 

“Passa in secondo piano - continua De Bartolomeo - in quanto assorbito da tale  novità, l’intervento  operato dal Parlamento sulla incompatibilità tra l’attività dell’agente immobiliare e quella del collaboratore di società di mediazione creditizia, approvata dal Senato con la Legge Europea 2019-2020 ed entrata in vigore meno di sei mesi or sono. Un cambiamento di indirizzo assolutamente ingiustificato, non concordato con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale sia del settore della mediazione sia dei consumatori.

Un passo indietro quindi per l’intero settore dell’intermediazione che, con l’approvazione di questa norma, vede così conferita la possibilità ai grandi gruppi di intermediazione di concentrare nelle proprie mani le attività di mediazione immobiliare, creditizia, assicurativa e finanziaria, a danno dei consumatori e delle piccole-medio imprese di intermediazione che costituiscono oltre l’80% del settore. La nuova disposizione normativa, prossima alla terza lettura in Senato, lede il principio comunitario di separatezza tra le attività del comparto dei servizi finanziari e quelle del comparto immobiliare, favorendo oltre alla possibile commistione tra l’esercizio delle rispettive attività, anche pericolose e inopportune concentrazioni e conflitti di interesse, a discapito della trasparenza del mercato dell’intermediazione”.

Secondo Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa, “è stato scelto di favorire la concentrazione in grossi gruppi a discapito delle singole realtà imprenditoriali, base del nostro tessuto economico, con il pericolo per i consumatori di trovarsi davanti interlocutori votati principalmente alla massimizzazione del profitto a danno degli interessi dei consumatori”. (Comunicato stampa)

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