De Vincentis (WWF): "Dissalatore sul Tara, un copione già visto"

Si è svolto nel pomeriggio del 28 gennaio un incontro tra rappresentanti di Acquedotto Pugliese (AQP), associazioni ambientaliste e cittadini, promosso dal consigliere comunale Gianni Liviano. Al centro del dibattito, il progetto per la realizzazione di un dissalatore nel territorio jonico.
Tra i principali protagonisti dell'incontro, l'ingegnere De Leo, direttore industriale di AQP, e il dottor Sigismondi, referente del Comitato scientifico del WWF Puglia e membro del Comitato per la difesa del territorio jonico. Dopo le dichiarazioni introduttive del consigliere comunale Lucio Lonoce, in qualità di rappresentante AQP nel Consiglio di Amministrazione, e di Gianni De Vincentis, presidente del WWF Taranto, è stato presentato il progetto attraverso una relazione tecnica supportata da una presentazione PowerPoint.
AQP ha descritto il dissalatore come un’opera strategica per il territorio, in grado di garantire benefici per la comunità e i settori agricolo e industriale. Tuttavia, le associazioni ambientaliste e alcuni cittadini hanno espresso forti perplessità, sollevando dubbi sulle ricadute ambientali ed economiche dell’impianto. In particolare, Sigismondi ha evidenziato alcune criticità progettuali, sottolineando il rischio di impatti negativi sul territorio.
Durante il confronto, i tecnici di AQP hanno richiamato l’attenzione sulla crisi idrica che in passato ha colpito la Puglia, rendendo necessario l’utilizzo di autobotti per il rifornimento della popolazione. Tuttavia, secondo i critici del progetto, il dissalatore risulterebbe inefficace in situazioni simili, poiché la portata del fiume Tara, principale fonte d’acqua per l’impianto, dipende dalle precipitazioni, sempre più irregolari a causa del cambiamento climatico.
Al centro del dibattito anche il tema dei finanziamenti PNRR, con l’accusa rivolta ad AQP di voler accelerare il progetto per non perdere i fondi in scadenza nel 2026, senza valutare adeguatamente le conseguenze per il territorio. Altre questioni sollevate riguardano la mancata realizzazione di un dissalatore alternativo a Bari, il coinvolgimento della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) di Taranto e Brindisi, e l’apparente incoerenza nelle politiche di gestione delle risorse idriche regionali.
L’incontro ha confermato una crescente opposizione al progetto da parte di associazioni e cittadini, che chiedono maggiore trasparenza e un’analisi più approfondita sulle possibili alternative per garantire la sicurezza idrica della regione.