Taranto: Rivelazione Manzo, ‘Lo spogliatoio non era compatto’

Il difensore rossoblu motiva il fallimento: ‘Mai stati uniti, alle prime difficoltà siamo venuti meno. Panarelli? Meritava un’altra chance’

TARANTO
13.05.2020 16:00


Gigi Manzo non è un tipo banale (ce ne fossero di più come lui).. Lo ha dimostrato spesso nel corso della stagione, lo conferma quando si tratta di spiegare un fallimento sportivo (l'ennesimo per Taranto). Gigi Manzo non la "tocca piano", va dritto al nocciolo della questione in una interessante intervista rilasciata a TuttoCalcioPuglia: “Non siamo stati un gruppo importante: alle prime difficoltà siamo venuti meno. All’inizio eravamo in tanti e qualche mugugno c’era. Eravamo partiti con i favori del pronostico, sembrava come se dovessimo vincere questo campionato a mani basse ed è stato un errore grossolano: quando i risultati non arrivavano, ci siamo trovati tutti contro”. Manzo dimostra di avere le idee chiare anche in merito alla mancata riconferma (guai a definirlo licenziamento) di Gigi Panarelli: "In due anni, è sempre subentrato. L’anno scorso, sono onesto, ha dovuto affrontare tantissime difficoltà, tra cui alcune cose nella gestione dello spogliatoio. L’allenatore va giudicato per quello che è il suo lavoro sul campo. Panarelli si è ritrovato a dicembre con una rosa ‘indebolita’ e i neo arrivati non erano nelle condizioni ottimali per essere schierati. Io gli avrei concesso un’altra possibilità, dall’inizio della stagione, dando la possibilità al mister di costruire una squadra in base anche alle sue idee di gioco. Panarelli, secondo me, è un allenatore giovane e preparato: ci ha imposto delle regole e siamo partiti forti con lui. Il rammarico più grande è quello di esserci sciolti, di nuovo, alle prime difficoltà: a dicembre ci sono stati tanti tagli, chi doveva arrivare si doveva inserire nel gruppo e ciò non ha facilitato il nostro cammino”. Gigi Manzo ha giocato in diverse piazze importanti in Serie D, ma "l’esperienza tarantina si è dimostrata la più difficile. L’ambiente è totalmente differente dalle altre realtà: Taranto ha un fascino e delle responsabilità in più, c’è una pressione maggiore. Qui si vive solo di calcio”.

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