Eccellenza/B: Sava ai piedi di Passiatore, ‘Il lavoro paga sempre’

Da quando è in panchina, 5 vittorie su 5: ‘A campionato finito parleremo di futuro’

Francesco Passiatore con il presidente Vinci
22.03.2022 00:46

(Di Rocco Viola) Quante cose possono accadere in un mese, esattamente dal 20 febbraio al 20 marzo? Tante. Tantissime. E’ sufficiente passare dalle parti di Sava, dove il 20 febbrai poteva essere una giornata da far tremare le gambe a chiunque ;esordio in un derby con la squadra che cercava un puntello di riferimento una propria identità), ma non a Francesco Passiatore, che all’ombra dei suoi 50 anni, ha accettato la sfida salendo su un treno in corsa qual è quello del campionato di Eccellenza, alla guida dei biancorossi del presidente Giuseppe Vinci.

Quel giorno, a Sava arriva il Manduria per il “Derby del Primitivo”, che è una sorta di partita dell’anno fra due comunità che si specchiano reciprocamente lungo quella strada che le fa sentire davvero vicine. Passiatore quel giorno siede su una panchina che ha 27 punti e porta a casa una partita che, come tutti i derby, vale più della classifica. Non male, si dirà, per un allenatore alla prima gara in un clima non agevole. Poi arriva la vittoria di Maglie, a seguire quella con il Castellaneta, di nuovo corsaro a Mola, infine l’assalto alla capolista, la corazzata Martina. A quattro giornate dalla fine, la classifica dice: Sava a quota 42 al secondo posto proprio dietro i biancazzurri, con 8 gol fatti e 2 subiti in 5 partite e un bottino 15 punti.

Il preambolo è essenziale per tratteggiare l’identikit di una club che ha sposato fin da subito la linea di Passiatore, allenatore a tutto tondo la cui esperienza con il calcio giovanile lo ha aiutato a tirar fuori il meglio dai suoi ragazzi.

Passiatore, partiamo dallo stato d’animo?

«Sicuramente pieno di soddisfazioni, di sensazioni particolari che probabilmente neanche io mi aspettavo alla vigilia di questa esperienza».

Cinque vittorie in cinque partite, come si fa all’esordio?

«Diciamo che il risultato è un elemento secondario, frutto di una predisposizione al lavoro e di una sfida che tutti insieme abbiamo voluto affrontare. Se proprio devo individuare una ricetta la vedo nella disponibilità dei ragazzi disposti a mettere le proprie qualità al servizio di un’idea, di un lavoro di gruppo. Ecco, lì siamo stati vincenti. Ma è stata brava la società che ha saputo dialogare con i calciatori e con me».

La vittoria di domenica è la vittoria della squadra, ma un premio alla filosofia di Passiatore, è d’accordo?

«Essenzialmente è la vittoria dei ragazzi. Certo, vincere contro la prima della classe quando sei anche con un uomo in meno non è semplice. Ecco, tutti i calciatori sono consapevoli del mio pensiero, non bisogna mollare mai. Loro lo hanno dimostrato andandosi a prendere la vittoria all’ultimo istante di una partita difficile che sicuramente il Martina non voleva perdere».

A proposito di società, a Sava si comincia ad assaporare il gusto del futuro…

«Come si dice: vincere aiuta a vincere. Ci sono idee e progetti che se realizzati possono dare belle soddisfazione ai colori del Sava e alla sua tifoseria».

In questi progetti dove si colloca Passiatore?

«Il presidente ha già le idee chiare, io ho espresso il mio pensiero: prima dovevo portare i numeri, che sono l’unica cosa che comanda nel calcio, poi si può parlare del resto. Se ci saranno percorsi sui quali poter condividere il cammino io sono a disposizione. So come lavora la società e alla società è noto il mio pensiero, quindi siamo già un passo avanti. Chi mi conosce sa come sono fatto: sono di poche parole e mi piace andare al succo, all’essenza, per poter lavorare risolvendo problemi e progettando una strada comune. Se si creeranno le condizioni ho già dato la mia disponibilità a poter ragionare di futuro, ma a campionato finito, perché i numeri ancora non li abbiamo chiusi».

Lei passa per essere uno dal carattere forte, non avvezzo ai compromessi per far carriera. Il suo è stato un ritorno importante in vista di un futuro da scrivere. Bilanci?

«Per il bilancio di questa stagione aspettiamo un po’. I conti si fanno alla fine. Per quanto mi riguarda il bilancio personale è assolutamente positivo: nella mia vita sono stato abituato a non chiedere niente a nessuno, a svolgere il mio lavoro a testa alta e con tutte le mie energie e idee. E questa è una grande soddisfazione». 

Il Passiatore-pensiero è tutto qua, e non è poco. Gli è rimasta quella intransigenza che ha caratterizzato la sua carriera professionistica da calciatore prima e da allenatore poi. Perché, in definitiva, per avere il bicchiere pieno, devi sempre vederlo vuoto.

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