“Io sono il sindaco della mia cittadina e come primo abitante di questa comunità ho l’obbligo morale, oltre che istituzionale, di pensare soprattutto alla difesa della salute della mia gente. Lavoriamo costantemente, ogni giorno, per tentare di riparare i guasti di anni di inquinamento e uso e abuso indiscriminato del nostro ambiente, e lo stesso facciamo per assicurare livelli adeguati di assistenza sanitaria territoriale. Per questo rispetto al decreto 2/2023 sia io che l’intera giunta, a cominciare dall’assessore all’ambiente Angelo Miccoli, abbiamo una posizione chiara e netta”.
Così il Sindaco di Statte (Taranto), Francesco Andrioli, che rispetto al tema dello “scudo penale” introdotto nel recente decreto che ha come oggetto l’ex ILVA, ma non solo (tutte le imprese strategiche nazionali – ndr), continua dicendo: “alla luce dei nuovi scenari politici che vorrebbero convertire in legge il decreto 2/2023 con cui il Governo intende istituire un nuovo scudo penale per l’ex ILVA, che concede immunità penale a chi gestisce lo stabilimento ignorando alcune sentenze della Corte Costituzionale e della CEDU, e limitando i poteri della Magistratura, mi trovo in posizione di dissentire assolutamente”.
Nella nota il sindaco di Statte, Andrioli, rivolge anche un appello a tutti i parlamentari che hanno a cuore le sorti di questo territorio. “Non convertite il decreto in legge” è l’accorata richiesta.
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