Taranto: Cazzarò, "Aggressione? Noi ci ricompattammo"

TARANTO
Dante Sebastio
29.03.2017 21:50

- Michele Cazzarò, l'aggressione della passata stagione può essere paragonata a quella di quest'anno?

"C'è una sola violenza, non esiste distinzione in questi casi. Gesti del genere devono essere sempre condannati, che si tratti di uno, due, tre atleti o tesserati coinvolti".

- Come reagirono i tuoi calciatori?

"In un primo momento provi rabbia e paura. I calciatori erano giustamente spaventati, ma il giorno dopo li chiamai allo stadio: ci allenammo per scaricare la tensione e dimenticare l'accaduto. Devo dire che la società non ci fece mancare il supporto psicologico, come del resto è avvenuto dopo l'aggressione di una settimana fa".

- Cosa dicesti alla squadra per riportare la serenità?

"Cercai di far capire che la vera Taranto non è quella dei 15/20 teppisti che non vedono alternative alla violenza. Per la colpa di pochi non può finire in cattiva luce un'intera città. Non è giusto nei confronti di chi segue la squadra con passione e amore da anni, per chi concepisce il tifo in maniera differente. Chiesi alla squadra di trasformare la rabbia in positività dimostrando sul campo che quegli schiaffi non erano meritati...".

- Qualcuno chiese di andare via?

"Nessuno. Anzi, ci ricompattammo. I calciatori più colpiti reagirono davvero sul campo: penso a Esposito, che prima di essere ceduto firmò il gol vittoria nella sfida casalinga con il Gallipoli, anche se non sedevo più in panchina".

- Perché, secondo te, Stendardo, Altobello e Maurantonio hanno difficoltà a rientrare?

"Non lo so, bisognerebbe capire esattamente quello che è successo per esprimere un giudizio. In questo momento, allenatore, compagni e società devono fare quadrato facendoli sentire protetti. Sono tre elementi importanti...".

- Cosa diresti a Stendardo, Altobello e Maurantonio per farli tornare?

"Sanno benissimo che Taranto non è quella dei 30 teppisti. Gli direi che in una fase delicata della stagione come questa, ci sono compagni che lavorano duramente allo "Iacovone" per evitare la retrocessione. Compagni che non possono essere abbandonati così, dopo aver condiviso gioie e dolori per mesi. Mi auguro riescano a mettersi alle spalle questa brutta faccenda per tornare a combattere...".

- Le aggressioni cominciano a diventare sempre più frequenti a Taranto, da cosa dipende?

"Ci sono piazze molto calde in Italia, Taranto è una di queste. Ho una mia teoria: negli ultimi tempi, il calcio ha perso un po' di credibilità. Ogni anno viene fuori uno scandalo legato alle scommesse e i tifosi non si fidano più. Ed ecco che un errore può essere male interpretato scatenando reazioni irrazionali".

- Chiudiamo: ce la farà il Taranto a salvarsi evitando i playout?

"Me lo auguro con tutto il cuore, soprattutto per la società, finita ingiustamente nel mirino di molti detrattori. Ho letto commenti assurdi: addirittura c'è chi pensa che l'aggressione sia stata orchestrata dalla società stessa. Non c'è fine alla cattiveria. Spero che le indagini possano fare chiarezza al più presto, per ridare serenità all'ambiente ma soprattutto perché la parte sana di Taranto ha bisogno di giustizia...".

Nella prima foto: Michele Cazzarò, tarantino ed ex allenatore del Taranto 

Nella seconda foto: Gennaro Esposito, uno dei calciatori aggrediti dai tifosi nella passata stagione

Nella terza foto: Stendardo, Altobello e Maurantonio

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