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Ex Ilva, Anm risponde a Urso: “Accuse a Procura di Taranto infondate”


“Eventuali responsabilità andranno accertate nelle sedi opportune per la gravità della vicenda che si è determinata il 7 maggio 2025 nello stabilimento siderurgico”


La giunta esecutiva distrettuale dell’Associazione Nazionale Magistrati di Lecce ha espresso pieno sostegno alla Procura di Taranto, al centro di critiche in seguito all’incendio scoppiato il 7 maggio 2025 all’interno dello stabilimento siderurgico della città jonica.

In una nota ufficiale, l’Anm manifesta “massima solidarietà e vicinanza ai colleghi della Procura di Taranto reiteratamente ed infondatamente accusati di avere diffuso notizie false” in merito alla ricostruzione degli eventi e alle decisioni assunte dopo l’incendio.

Il riferimento, seppur non esplicito, è rivolto in particolare alle recenti dichiarazioni di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, secondo cui alcuni documenti “dimostrano che la Procura ha fornito informazioni non corrispondenti al vero” circa le richieste di messa in sicurezza dell’altoforno da parte della società responsabile dell’impianto.

L’Anm ricorda che Eugenia Pontassuglia, procuratrice della Repubblica di Taranto, ha recentemente diffuso un comunicato stampa dettagliato che ricostruisce “tempi e modalità dell’intervento della Magistratura”. Secondo quanto riportato, le richieste dell’azienda riguardavano la risoluzione preliminare di problemi di natura tecnica, che richiedevano il coinvolgimento degli enti competenti, tra cui Arpa Puglia.

“Tali istanze sono state tempestivamente trasmesse agli organi tecnici competenti”, si sottolinea nella nota, aggiungendo che i relativi pareri sono stati forniti con altrettanta celerità. Ciò ha permesso agli organi inquirenti di concedere le autorizzazioni necessarie “ben prima della scadenza del termine di 48 ore, unilateralmente stabilito dalla controparte”. L’autorizzazione, si precisa, fu concessa a 22 ore dalla presentazione dell’istanza. “Nessuna ulteriore interlocuzione ha coinvolto gli organi inquirenti e i destinatari del provvedimento di sequestro”, conclude l’Anm.

Per la giunta distrettuale dell’Anm, “particolarmente gravi, dunque, sono le accuse di ritardi, inerzie e peggio ancora di falsità addebitate alla Procura della Repubblica di Taranto con colpevole superficialità a fronte di eventuali responsabilità che andranno accertate nelle sedi opportune tenuto conto della gravità della vicenda che si è determinata il 7 maggio 2025 presso lo stabilimento siderurgico”.

In ultimo si sottolinea “che l’invito alla ‘collaborazione istituzionale’, auspicata da fonti del governo, non può prescindere dal riconoscimento e rispetto reciproco dei ruoli, dovendosi ancora una volta ribadire che compito della Magistratura, in questo come in ogni altro caso posto alla sua attenzione, è quello di accertare i fatti e le singole responsabilità penali, anche – anzi soprattutto – nel superiore interesse dei diritti della collettività, primo fra tutti quello alla salute”.

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