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La vicenda ex-Ilva torna al centro del dibattito come un nodo complesso, segnato da annunci e promesse non concretizzate, che da oltre dieci anni bloccano lo sviluppo del territorio. È quanto emerge dalla conferenza stampa congiunta di CGIL e FIOM CGIL sul futuro degli impianti e il passaggio di proprietà.

Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della CGIL di Taranto, ha aperto i lavori sottolineando la necessità di definire il ruolo dello Stato nella gestione del nuovo assetto societario: “La decarbonizzazione non è un capriccio, ma un obbligo imposto da esigenze di salute, sicurezza e normative europee”.

Loris Scarpa, responsabile nazionale Siderurgia della FIOM CGIL, ha evidenziato che “in tutto il mondo lo Stato svolge un ruolo attivo nella siderurgia, partecipando direttamente al capitale delle aziende strategiche. In Italia, la Golden Power non basta a garantire occupazione e stabilità industriale. Serve un coinvolgimento diretto”. Scarpa ha poi denunciato la mancanza di trasparenza sulle offerte di acquisto degli impianti, chiedendo un confronto immediato con i sindacati per assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali e il rispetto del piano di decarbonizzazione.

Francesco Brigati, segretario generale della FIOM Taranto, ha rilanciato: “Dal 2012 si parla di cambiamenti radicali negli impianti senza mai attuarli. Ora è necessario un piano industriale chiaro che tracci obiettivi e tempistiche certe”. Brigati ha inoltre chiesto al governo di convocare un tavolo a Palazzo Chigi per discutere le offerte vincolanti e garantire una transizione giusta, come previsto dal Green Deal europeo.

D’Arcangelo ha infine sottolineato l’urgenza di utilizzare i fondi del Just Transition Fund per mitigare gli effetti occupazionali della transizione ecologica: “Taranto può diventare un laboratorio sociale per la trasformazione industriale, ma servono azioni concrete, non soluzioni calate dall’alto”.

La CGIL Puglia ha già inviato una richiesta al presidente della Regione per collaborare nella definizione di una visione industriale futura che valorizzi le risorse disponibili e tuteli lavoratori e cittadini.