Premier League: Boxing Day, cos’è e perché si chiama così

Calcio Varie
29.12.2019 11:48


Mentre la Serie A va in vacanza (l’ultima partita del 2019 è stata Sassuolo-Napoli del 22 dicembre), in Inghilterra la Premier League continua anche durante le feste natalizie. Dal 1860 a oggi le squadre inglesi scendono in campo nel giorno di Santo Stefano e si affrontano in un’unica giornata di campionato. Si tratta del Boxing Day; ci pensa così la Premier League, con tutti i campionati di calcio fermi, a soddisfare la fame degli appassionati di calcio e di scommesse calcio.

Cos’è il Boxing Day? È una festività tipica dei paesi di religione prevalentemente cristiana che fanno parte del Commonwealth, in particolar modo del Regno Unito. Oltre ad essere festa nazionale, rappresenta un appuntamento fisso per il calcio inglese e per molti altri sport, come rugby e ippica. Tanti gli eventi sportivi durante il Boxing Day a cui assistono molti spettatori. Ad esempio presso l’ippodromo di Kempton Park, nel Surrey, si tiene ogni anno il King George VI Chases, la seconda corsa a ostacoli più importante del Regno Unito dopo la Gold Cup; sono numerose le partite di rugby che si disputano a livello amatoriale ma anche professionistico nel corso della giornata. Per comprenderne l’importanza L’Insider ha raccolto una serie di statistiche, curiosità e aneddoti sul Boxing Day.

Perché si chiama Boxing Day? Boxing Day significa letteralmente il giorno della scatola; è una ricorrenza europea che risale al Medioevo o addirittura all’epoca tardo romana. L’origine precisa non è chiara, ma sembra che l’idea alla base di questa festività sia donare qualcosa ai bisognosi o ai propri dipendenti. Nel Regno Unito, nonostante la tradizione secolare, venne istituita ufficialmente come festività solamente nel 1871. Prima la festa era nota come St.Stephen’s Day. La storia del Boxing Day si fa normalmente risalire all’epoca vittoriana, quando davanti alle Chiese nel periodo natalizio si posizionavano delle scatole per raccogliere le offerte destinate ai poveri, distribuite proprio nel giorno di Santo Stefano. Il 26 dicembre era inoltre tradizione tra i latifondisti e gli industriali britannici regalare doni ai propri dipendenti o ai membri delle classi sociali più povere, preparati in delle apposite scatole. Le scatole contenevano regali, soldi e cibo (gli avanzi natalizi). Ai lavoratori veniva concesso il giorno libero per stare con la propria famiglia. E come occupare il giorno libero se non assistendo a spettacoli sportivi?

Boxing Day e calcio Così il Boxing Day divenne il giorno in cui i lavoratori si dedicavano al gioco del calcio, inizialmente solo a livello amatoriale (scapoli contro ammogliati, lavoratori contro disoccupati, cognomi A-M contro N-Z); poi, a partire dal 1888 con la nascita della First Division, antenata della Premier League, anche a livello professionistico. Solo dopo l’istituzione della First Division, giocare il 26 dicembre divenne una tradizione ufficiale che continua ancora oggi. La prima partita ufficiale della storia del calcio si giocò proprio durante il Boxing Day del 1860: a contendersi la vittoria furono lo Sheffield FC e l’Hallam FC, terminata 2-0 a favore dello Sheffield. All’inizio le squadre si fronteggiavano anche nel giorno di Natale, per poter disputare un giorno le partite di andata e il giorno seguente quelle di ritorno. Successivamente venne stabilito che giocatori, allenatori e arbitri passassero il Natale in famiglia, ma si mantenne viva la tradizione di giocare il 26 dicembre.

Boxing Day e Serie A Lo scorso anno anche la Serie A ha giocato un intero turno di campionato, precisamente la 18° giornata, a Santo Stefano. C’era stato un solo precedente, di ben 47 anni prima: era il 26 dicembre 1971 quando si giocarono simultaneamente tutte le 8 partite di campionato. Un grande ritorno dunque che però è durato solo un anno. La Lega ha infatti rinunciato al modello Premier League e la Serie A è tornata alle origini con la consueta pausa natalizia (23 dicembre - 4 gennaio). Alla base della scelta il poco seguito dei tifosi non solo allo stadio, ma anche davanti alla TV, i malumori e gli incidenti avvenuti prima di Inter-Napoli.  

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