Ciro Danucci (foto Franco Capriglione / Blunote)
Ciro Danucci (foto Franco Capriglione / Blunote)

Un successo che riporta serenità a tutto l'ambiente, dalla squadra alla tifoseria, quello ottenuto dal Taranto con un Canosa ambizioso, ma senza anima. I ragazzi di De Candia. nonostante gli ingenti investimenti fatti per vincere il campionato, stanno mostrando un andamento bipolare. La compagine barese è inarrestabile in casa e fragile in trasferta, dove ha conquistato solo 5 punti in sei partite.

È bastato un Taranto, pur privo del suo leader Di Paolantonio, ma con una coppia inedita d'attacco rivelatasi letale, a mettere in luce la fragilità del Canosa. L'innesto di Vukoja in cabina di regia è stato un'autentico capolavoro tattico di Ciro Danucci: finora utilizzato come trequartista palesava lentezza e difficoltà negli spazi stretti. Arretrato sulla mediana ha mostrato passo costante, presenza nel ricucire il gioco e personalità nel tentare le giocate negli spazi più larghi della mediana.

Una piacevole sorpresa è stata quella di vedere all'opera un'inedita coppia di attacco composta dal guizzante e incisivo Losavio e dal mobile e generoso Aguilera, tra l'altro fresco ex del Canosa. I due hanno rivoluzionato il gioco del Taranto negli ultimi venti metri.Losavio era l'esterno offensivo che ci mancava con la sua qualità nel saltare l'uomo in dribbling per poi accentrarsi e andare al tiro. Aguilera ha dato profondità, capacità di scambiare palla e smarcarsi guardando la porta anziché facendo solo movimento, come accadeva con il volenteroso ma poco incisivo Imoh .

Ora l'area di rigore ha presenza di gente che sa realizzare i gol sporchi e il tap-in vincente da pochi metri, caratteristiche poco inclini ad Imoh e Souare e si spreca poco. Il match contro una squadra esperta come il Canosa ha inoltre consacrato a calciatore maturo il baby Monetti, tarantino doc, che al culmine di una prestazione perfetta, è stato premiato con il suo gol del 3 a 0. Monetti è già calciatore di talento perché sa dare il massimo sia che lo si schieri come esterno su entrambe le fasce che nel ruolo di mezzala; ha grande corsa abbinata a discreta tecnica individuale con ampi margini di crescita.

Tirando le somme il Taranto visto contro il Canosa è una squadra destinata a crescere con i nuovi innesti, avendo già dimostrato nei match precedenti di avere una fisionomia di gioco ben definita.Un Taranto che piace per la sua intensità abbinata a giocate da serie superiore, come gli inserimenti laterali di Hadziosmanovic, Calabria e Monetti, i lanci lunghi e il giro palla dell'elegante Dipaolantonio e la propensione al tiro da fuori di Marino, Calabria e Etchegoyen.

Oliando i meccanismi, completando la rosa con almeno un innesto per reparto e potendo contare su una tifoseria finalmente unita e matura, il Taranto alla lunga può lasciare l'inferno dell'Eccellenza.