UIL Poste Taranto: clima di oppressione nella Filiale di Poste Italiane a Taranto

UIL Poste Taranto ha reso nota una segnalazione relativa a presunte condizioni di lavoro difficili nella Filiale di Poste Italiane di Taranto, nel settore Mercato Privati. Secondo il segretario generale UIL Poste Taranto, Giuseppe Manfuso, diversi lavoratori starebbero subendo pressioni commerciali giudicate eccessive e non rispetterebbero quanto previsto dal contratto nazionale.
Manfuso sostiene che gli Specialisti Consulenti siano oggetto di richieste continue e di riunioni non programmate durante il normale orario di lavoro, in alcuni casi anche al di fuori di esso, senza retribuzione di eventuali ore straordinarie. “La formazione è fondamentale – dichiara – ma deve essere concordata nel rispetto degli accordi contrattuali. Imposizioni di questo tipo non sono ammissibili”.
Tra i principali punti critici evidenziati dalla UIL Poste Taranto figurano anche le condizioni degli apprendisti, che – a detta del sindacato – verrebbero sottoposti a continue pressioni legate ai risultati commerciali, con la prospettiva di un mancato rinnovo del contratto. Manfuso sottolinea che, in questo contesto, quattro apprendisti hanno scelto di dimettersi negli ultimi due anni prima del completamento del periodo formativo. “È un segnale preoccupante – commenta – che evidenzia la necessità di un intervento immediato”.
Un ulteriore elemento di criticità sarebbe rappresentato dal sistema di classifiche di produzione, pubblicamente condivise in occasione delle riunioni, che favorirebbe un clima di competizione considerato eccessivo. Secondo Manfuso, ciò avrebbe portato a un aumento delle lettere di contestazione disciplinare per presunte irregolarità nelle pratiche commerciali. “L’eccessiva pressione – afferma – genera inevitabilmente errori, e anziché ricercare soluzioni alla fonte, vengono inviati richiami formali che creano ulteriore tensione”.
UIL Poste Taranto invita la dirigenza a un confronto urgente. “Chiediamo di ristabilire condizioni di lavoro adeguate e di rispettare i diritti contrattuali – conclude Manfuso –. Se non riceveremo risposte concrete, non escludiamo ulteriori iniziative per tutelare i lavoratori coinvolti”.