Ex Ilva: Surgo, ‘Perplesso sul destino del siderurgico’

CRONACA
14.12.2022 16:17

Venerdì 16 dicembre è convocata una nuova assemblea dei soci di Acciaierie d'Italia, passaggio fondamentale per decidere i nuovi assetti della società controllata al 62 per cento da Arcelor Mittal e al 38 per cento  dalla parte pubblica attraverso Invitalia.

”I tre rinvii consecutivi ci lasciano perplessi sul destino del gruppo siderurgico - tuona Antonio Surgo. esponente del Mes, il movimento socialista europeo per il quale è responsabile delle relazioni industriali per Taranto, Brindisi e Lecce -. Il nodo del contendere sarebbe la nuova governance che il governo Meloni vorrebbe determinare a fronte del miliardo di euro che la società pretende. Acciaierie d’Italia è in una crisi di liquidità sbandierata e lamenta di non aver ricevuto il miliardo di euro promesso dal governo Draghi”.

”Siamo nettamente a favore della linea decisa dal ministro Adolfo Urso - prosegue Surgo -. Basta con i soldi a pioggia da parte del Governo che non sono serviti a risollevare le condizioni della fabbrica tanto sul piano ambientale quanto su quello infrastrutturale. Siamo venuti a conoscenza di spese folli da parte dell'attuale management in spregio alle precarie condizioni di lavoro dei dipendenti diretti e dei ritardi nei pagamenti delle ditte dell'indotto (a cui sono stati sospesi gli ordini) e persino delle utenze, mentre si sostengono, ad esempio, costi esorbitanti per  voli privati".

”Fa bene il ministro Urso a battere i pugni sul tavolo e a pretendere maggiore peso da parte della parte pubblica nella gestione dello stabilimento a fronte di un eventuale esborso di danaro, per il quale il Presidente del Consiglio Meloni e il Ministro Urso non devono cedere ai ricatti e devono cacciare l'amministratore delegato e il suo entourage compresi i direttori dell'ufficio acquisti, di stabilimento e i dirigenti dei reparti"

”È la linea che da tempo suggeriamo inascoltati - chiosa Surgo - e che ci auguriamo ora prevalga nettamente a vantaggio del rilancio dello stabilimento ionico e di tutte le aziende del gruppo. Auspichiamo,inoltre, che la classe politica, imprenditoriale e sindacale tarantina si unisca all'azione del Governo".

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