Confartigianato: “Senza economia di vicinato Taranto morirà”

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“Così perdiamo identità, lavoro e famiglie: la città rischia la fine. La nuova Giunta affronti queste problematiche”


Confartigianato lancia un nuovo appello alla politica locale, evidenziando i problemi storici dell’economia tarantina che, ancora oggi, rischiano di compromettere il futuro della città. L’organizzazione richiama l’attenzione della futura amministrazione comunale su temi rimasti per anni in secondo piano, oscurati dalle grandi vertenze industriali e dalle crisi legate al comparto siderurgico.

Secondo Confartigianato, l’eccessiva concentrazione del dibattito su questioni industriali, sulle prospettive del porto e su mega progetti mai realizzati, ha relegato in secondo piano questioni essenziali per la vita quotidiana dei cittadini e per il tessuto economico locale. La progressiva desertificazione commerciale, il drastico calo demografico, il degrado urbano e l’espansione incontrollata di grandi catene commerciali rappresentano le criticità più urgenti.

L’organizzazione denuncia il rischio che l’economia di vicinato e il piccolo artigianato, fondamentali per la tenuta sociale e occupazionale della città, vengano definitivamente compromessi senza un intervento immediato e concreto. Si sottolinea inoltre come il Documento Strategico del Commercio, approvato dopo anni di attesa, abbia finito per penalizzare ulteriormente il commercio tradizionale.

Tra le priorità indicate vi sono la sicurezza urbana, considerata condizione essenziale per attrarre imprese e turisti, e una revisione della pianificazione urbanistica per preservare il ruolo economico e sociale dei quartieri. Particolare preoccupazione viene espressa per la carenza di aree artigianali a costi accessibili e per l’assenza di politiche attive contro l’abusivismo commerciale e artigianale, che danneggia le imprese regolari nei settori del benessere, dell’edilizia, della serramentistica e dell’impiantistica.

Confartigianato evidenzia anche la necessità di un confronto vero sui progetti di mobilità urbana, come il sistema BRT, i parcheggi di scambio e la gestione della sosta, che rischiano di penalizzare ulteriormente gli operatori commerciali delle zone centrali. Non mancano, infine, le critiche al livello di tassazione comunale, ritenuto tra i più alti d’Italia, e al mancato rispetto degli impegni assunti per il contenimento dei tributi e per la qualità dei servizi offerti.

Gli artigiani richiamano l’urgenza di politiche demografiche a sostegno delle famiglie e di nuove strategie di collaborazione intercomunale per lo sviluppo turistico, l’accoglienza e le infrastrutture. Per Confartigianato, l’epoca dei grandi insediamenti industriali è ormai superata e il futuro di Taranto passa necessariamente attraverso il rilancio della piccola impresa e del commercio locale.

“Alla nuova amministrazione chiediamo un confronto reale e trasparente. Il futuro di Taranto dipenderà dal coraggio di sciogliere i nodi che da troppo tempo soffocano l’economia di vicinato” è l’appello conclusivo.

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